Lavoro, Letta: “Sì al salario minimo”

(Adnkronos) – “Oggi troppi lavori poveri sono la regola, soprattutto per i giovani”. Così Enrico Letta a Porta a Porta. “Io sono convinto che c’è un punto di dignità sotto il quale non si può andare. Reddito di cittadinanza e salario minimo sono due questioni diverse. Il reddito di cittadinanza non deve essere legato alle politiche del lavoro. Il tema del salario minimo invece ha una importanza fondamentale rispetto ad alcuni settori ed è un tema di cui discutere con le parti sociali”. 

UCRAINA – “Saranno gli ucraini a decidere le modalità con cui si arriverà una pace, nessuno dall’esterno può imporgliela” dice Letta. “Non è una guerra per procura, sono gli ucraini che difendono il loro territorio”. “Non è semplice rispondere” sulle armi, “sto girando l’Italia per la campagna elettorale e c’è la percezione che ci sia una stanchezza per la guerra e il forte timore per l’economia. C’è una stanchezza ma l’elemento essenziale è l’unità delle democrazie, Putin non ha questo problema… C’è bisogno di una solidità delle alleanze in Ue perché se qualcuno si sfila l’Ue è più debole e Putin più forte”. “C’è bisogno di tempo per le sanzioni. Per la Russia sono un disastro. Su un impegno internazionale della portata di quello che riguarda il grano, se si sblocca la vicenda del grano può scattare il primo passo di un dialogo”.  

GOVERNO – “Io la penso così: è legittimo ma anche naturale che ci sia dibattito, che ci siano dubbi ma il punto chiave sono le assunzioni di responsabilità in Parlamento. E finora non ci sono state distinzioni” rileva Letta. “E’ evidente che il dibattito del 21 giugno sarà importante, ma se mi chiedete se lì il governo cadrà, io dico che non cadrà. Questa è la mia previsione e io farò la mia parte perché si trovi il modo di superare le tensioni e perché il governo vada avanti”. Commentando, poi, le parole del premier Mario Draghi su atlantismo e europeismo, Letta dice: “”Se questi pilastri vengono meno un governo non c’è più, la maggioranza non può stare insieme se non è unita su questi temi”.  

DRAGHI – Mario Draghi premier nel 2023? “La questione l’ha sciolta Draghi sin dall’inizio: ha detto che non avrebbe fatto quello che ha fatto Monti, che nel 2013 ha fatto un partito politico, e non ho dubbi che questa scelta la porterà fino in fondo”. “Alle prossime elezioni si confronteranno due coalizioni, io considero questa azione di governo con Salvini una situazione eccezionale che non si ripeterà e anche Forza Italia ha deciso di stare con Salvini e la Meloni”. 

SALVINI – “Con Salvini l’incompatibilità è totale come emerge anche dai fatti degli ultimi giorni. Mentre stavamo discutendo in Europa, Salvini con un non meglio identificato consigliere che è anche consulente dell’ambasciata russa, andava a cena dall’ambasciatore russo a fare non si sa cosa. E’ una vicenda grave”. 

LEGGE ELETTORALE – “Io non so cosa riusciremo a fare, ma l’idea di aggiustare questa legge elettorale mi sembra positiva. Non metto il carro davanti ai buoi e a tutti i leader dico: ‘proviamoci, facciamolo’. Questa legge elettorale è la peggiore che abbiamo avuto e allontana i cittadini. Sediamoci attorno a un tavolo e vediamo se riusciamo a fare un aggiustamento. Non so se ci riusciremo, quello che è certo è che non l’argomento preferito dagli italiani”. 

PD – “Noi abbiamo due partiti attorno al 20%: noi e Fdi. Poi due attorno al 15%, Lega e M5S, e gli altri sono tutti sotto 10. Una enorme frammentazione e quindi servono le coalizioni. La mia responsabilità è non solo quella di far prendere tanti voti al Pd, ma quella di costruire attorno al Pd una coalizione vincente. Perché se la coalizione alternativa avrà un voto in più, governeranno Meloni e Salvini. Sono oggetto di atteggiamenti sufficienza di chi dice non ce la farò a costruire la coalizione, ma io ci lavoro”. 

PRIMARIE IN SICILIA – “In Sicilia ci sarà un confronto con la destra e va costruita un’alternativa. La coalizione è essenziale. E servono regole d’ingaggio chiare. Io l’idea delle primarie in Sicilia la sostengo e la spingo. E’ l’occasione per cominciare ad incrociarsi e far decidere cittadini. Noi in Sicilia abbiamo candidati potenzialmente importanti ed è bene che siano i cittadini a scegliere. La Sicilia è l’ultimo voto prima delle politiche e voglio che sia un segnale di ripartenza. E le primarie sono il modo migliore per consentire questa ripartenza”. 

REFERENDUM – “Andrò a votare e voterò 5 no. Penso che questo referendum sia uno strumento sbagliato. Poi alcuni di quegli argomenti sono argomenti su cui si sta facendo la riforma in Parlamento. E lì che le riforme vanno fatte”. 

(Adnkronos)