(Adnkronos) – Matteo Berrettini riparte dall’erba. Riparte da Stoccarda, ATP 250 che quest’anno ha cambiato il main sponsor e firmato un accordo con Boss, la stessa casa di moda che “veste” il numero 1 d’Italia. La stagione del romano, iniziata con la semifinale all’Australian Open, si è bruscamente fermata per l’intervento alla mano a cui si è sottoposto dopo l’ottavo di finale a Indian Wells. E ripartirà, dopo il bye, contro il moldavo Radu Albot, numero 121 del mondo con un passato da numero 39, best ranking toccato nel 2019.
“La preparazione per il torneo va bene. Sono contento di essere qua, fa sempre piacere tornare in un posto dove in passato ho giocato bene” ha detto in un’intervista via Zoom a SuperTennis. “L’erba è una superficie su cui mi adatto bene, il mio tennis qui funziona e poi ho ricordi belli. La mia ultima partita giocata su questa superficie, ne parlavo con il mio team qualche giorno fa, è la finale di Wimbledon. Poi a Stoccarda le condizioni di gioco sono ancora più veloci”.
Qui nel 2019 è diventato il secondo italiano dopo Andreas Seppi a conquistare un torneo Atp sull’erba. Allora perse solo 18 punti su cinquanta turni di battuta quando ha messo in campo la prima: così ha eliminato Nick Kyrgios, Karen Khachanov, Denis Kudla, Jan-Lennard Struff e battuto in finale Auger-Aliassime. In premio, oltre all’assegno da 117.050 euro, gli hanno regalato una Mercedes elettrica, versione da strada delle Frecce d’Argento che dominavano il Mondiale di Formula 1.
Oggi Berrettini è numero 10 del mondo ma 23 della Race to Turin, la classifica che tiene conto dei soli piazzamenti stagionali. E’ atteso a una nuova partenza, come nel 2019, ma con molte certezze in più soprattutto sull’erba. L’anno scorso qui vinse undici delle dodici partite giocate, Novak Djokovic gli ha impedito l’en plein ma non gli ha tolto la gioia della festa sul pullman scoperto insieme alla nazionale di Roberto Mancini campione d’Europa a Wembley poche ore dopo la sua finale a Wimbledon.
Primo italiano a giocarsi il titolo nel torneo più prestigioso del mondo, primo a mettere il suo nome nell’albo d’oro del Queen’s, arriva in condizioni diverse rispetto ad allora. E con la prospettiva di perdere 1200 punti in classifica, quelli della finale di Wimbledon dell’anno scorso, che non potrà in alcun modo rimpiazzare nemmeno se dovesse trionfare quest’anno.
Come noto, infatti, l’ATP, la WTA e l’ITF hanno deciso che l’edizione 2022 non assegnerà punti validi per le classifiche come reazione alla decisione unilaterale degli organizzatori di escludere russi e bielorussi a causa dell’invasione dell’Ucraina. “La mia situazione non è la più semplice, anche per la questione dei punti a Wimbledon. Cercherò di affrontare a testa alta anche questa sfida” ha detto.
“Ho tanta voglia di tornare ma so che non sarà semplice perché l’infortuno è stato complicato da risolvere – ha spiegato Berrettini a SuperTennis. La difficoltà si spiega con il fatto che si sia dovuto operare alla mano dominante, e dall’altro con la sua tempistica.
L’intervento eseguito a Barcellona, ha sottolineato, “è avvenuto alla vigilia della stagione che preferisco, la terra europea e poi l’erba, dove l’anno scorso avevo fatto molto bene. Quindi c’erano tanti punti da difendere e tante emozioni da gestire. Ho dovuto saltare saltare anche Roma e per me è stato un colpo grosso dal punto di vista psicologico. Ma per fortuna ho un grande team, una bellissima famiglia e tanti amici e ho gestito questo tempo off che ho usato per fare cose diverse da quelle che avrei fatto se fossi stato nel circuito”.
Berrettini si mostra ottimista, il ritorno sull’erba porta con sé speranze e nuovi orizzonti. “I dottori mi hanno detto che con questa operazione hanno reso la parte della mano più forte – ha detto – Ma per 4-5 settimane non l’ho mossa. Ho perso un po’ di forza, a un certo punto il braccio destro era più piccolo del sinistro. Si sente che la sensibilità non è ancora al 100% ma sto bene. Mi sento recuperato. La cosa più difficile è sicuramente ritrovare il ritmo torneo ma mi sento pronto. E’ importante giocare quante più partite possibile a Stoccarda e poi al Queen’s”.