MILANO (ITALPRESS) – La Banca Centrale Europea prepara lo scudo anti-spread. Il Consiglio Direttivo che si è riunito in seduta straordinaria ha incaricato gli uffici di studiare l’intervento più opportuno. Nel frattempo scatta il piano d’emergenza. Vuol dire che Francoforte potrà riacquistare i titoli alla scadenza in base alle esigenze del mercato senza dover tener conto della quote definite per Paese. Per confermare che su questa strada non c’è alcun ripensamento è sceso in campo Klaus Knot, capo della Banca centrale olandese, considerato uno dei “falchi” più aggressivi. Un segnale di determinazione dato al mercato:
“Oggi abbiamo deciso di attivare la flessibilità ai sensi dell’attività di reinvestimento che stiamo intraprendendo nell’ambito dell’emergenza pandemica, abbiamo chiesto quindi ai nostri Comitati di lavorare in maniera accelerata sul concepimento di nuovi strumenti per contrastare la frammentazione”.
La coesione dell’area euro deve essere protetta e su questo non c’è distinzione fra falchi e colombe.
La Bce ha rilevato che “la pandemia ha lasciato vulnerabilità durature nell’economia dell’area dell’euro che stanno contribuendo alla trasmissione non omogenea della normalizzazione della politica monetaria tra le giurisdizioni”. Sulla base di questa valutazione, il Consiglio direttivo ha deciso che “applicherà flessibilità nel reinvestimento dei rimborsi in scadenz al fine di preservare il funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria, condizione preliminare affinchè la Bce sia in grado di realizzare il mandato sulla stabilità dei prezzi”.
L’intervento della Bce era nell’aria dopo il discorso del 14 giugno di Isabel Schnabel, membro del Comitato Esecutivo, che aveva parlato di uno scudo anti-spread da definire in fretta. La Schnabel è considerata un “super-falco”. A lei viene attribuita la regia della conferenza stampa di esordio di Christine Lagarde. Era il marzo 2020 e la presidente della Bce annunciò il rovinoso “non siamo qui per chiudere gli spread”. Alla fine anche Schnabel ha cambiato idea. Ha assicurato che l’impegno della Bce contro spread ingiustificati sarebbe stato “senza limiti”.
“Oggi abbiamo deciso di attivare la flessibilità ai sensi dell’attività di reinvestimento che stiamo intraprendendo nell’ambito dell’emergenza pandemica, abbiamo chiesto quindi ai nostri Comitati di lavorare in maniera accelerata sul concepimento di nuovi strumenti per contrastare la frammentazione”.
La coesione dell’area euro deve essere protetta e su questo non c’è distinzione fra falchi e colombe.
La Bce ha rilevato che “la pandemia ha lasciato vulnerabilità durature nell’economia dell’area dell’euro che stanno contribuendo alla trasmissione non omogenea della normalizzazione della politica monetaria tra le giurisdizioni”. Sulla base di questa valutazione, il Consiglio direttivo ha deciso che “applicherà flessibilità nel reinvestimento dei rimborsi in scadenz al fine di preservare il funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria, condizione preliminare affinchè la Bce sia in grado di realizzare il mandato sulla stabilità dei prezzi”.
L’intervento della Bce era nell’aria dopo il discorso del 14 giugno di Isabel Schnabel, membro del Comitato Esecutivo, che aveva parlato di uno scudo anti-spread da definire in fretta. La Schnabel è considerata un “super-falco”. A lei viene attribuita la regia della conferenza stampa di esordio di Christine Lagarde. Era il marzo 2020 e la presidente della Bce annunciò il rovinoso “non siamo qui per chiudere gli spread”. Alla fine anche Schnabel ha cambiato idea. Ha assicurato che l’impegno della Bce contro spread ingiustificati sarebbe stato “senza limiti”.
– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).