(Adnkronos) –
Infrangere lo stigma e la discriminazione che permeano l’idea che la popolazione generale ha nei confronti dell’Hiv è una delle sfide più difficili che affrontano le persone affette dal virus dell’immunodeficienza umana e le associazioni che si occupano di seguirle, informarle e tutelarle, come Milano Check Point. A presentare la survey ‘Tackle Hiv’ (‘Affrontare l’Hiv’) è Daniele Calzavara, tra gli autori dell’indagine, supportata da ViiV Healthcare Europe, e coordinatore dell’associazione Milano Check Point, lo spazio community based dove è possibile eseguire test rapidi Hiv e altre Ist, e con uno sportello dedicato alla PrEP, la profilassi preventiva post esposizione o rapporto a rischio.
“La survey è stata condotta nel mese di dicembre 2021 ed è stata lanciata in occasione del torneo ‘Six Nations Rugby Championship’. Sono stati coinvolti sei Paese europei e in Italia sono stati intervistati 1.007 cittadini – ha spiegato Calzavara -. I risultati emersi sono da una parte incoraggianti e dall’altra invece preoccupanti. Se ad oggi la community Lgbtqia+ sembra essere molto accettata nel nostro Paese, non si può dire altrettanto delle persone con Hiv, che portano il peso di uno stigma anacronistico e infondato. Credo che in parte questo atteggiamento sia da attribuire alla mancata conoscenza del principio ‘U=U’ (Undetectable = Untrasmittable, non rilevabile = non trasmissibile), ovvero del fatto che una persona sieropositiva che assume la terapia antiretrovirale nei modi e nei tempi prescritti dall’equipe curante ha una carica virale non rilevabile e non può trasmettere il virus al partner sessuale”.
La giovane età, il livello di istruzione e il sesso femminile sono gli elementi che, secondo quanto emerso dall’indagine, ricorrono con maggior frequenza tra chi ha un atteggiamento aperto e inclusivo, come spiega il coordinatore dell’associazione Milano Check Point: “Sembra che più le persone sono giovani e maggiore è il livello culturale più è basso livello di discriminazione e di stigma, sia nei confronti delle persone Lgbtqia+ che nei confronti delle persone con Hiv. Inoltre, le persone più giovani sembrano più propense a effettuare un test Hiv e sono più consapevoli del rischio di contagio”.
Dal momento che avere accesso a informazioni e nozioni sul tema è l’arma più efficace per combattere da una parte lo stigma e dall’altra il rischio di contrarre il virus dell’immunodeficienza umana è fondamentare che questa possibilità sia quanto più ampia possibile. Sebbene il lavoro delle associazioni sia incessante, secondo Calzavara, occorre fare uno step in più: “C’è ancora tantissimo lavoro da fare. Serve più coraggio da parte delle Istituzioni, occorre fare delle grandi campagne nazionali di sensibilizzazione ed informazione”.
“È questa la chiave per abbattere lo stigma una volta per tutte. Eliminare la discriminazione, a cascata – sottolinea – significa bloccare con più efficacia la catena del contagio e, un giorno, sconfiggere anche l’Hiv. Se noi continuiamo ad avere paura di raccontarlo e di spiegarlo alle persone, queste continueranno a vivere con la paura nei confronti dell’Hiv. Questa paura porta le persone a non eseguire il test dell’Hiv, riduce la corretta percezione del rischio e, in questo modo, corrono il rischio di contrarre l’Hiv e altre infezioni sessualmente trasmissibili”.