(Adnkronos) – Era un passaggio delicato e tale si è dimostrato. La riunione della Bce, che ha rialzato i tassi di 50 punti base e varato lo scudo anti spread, si è tenuta nella giornata delle dimissioni di Mario Draghi. Le decisioni e le indicazioni successive in conferenza stampa della presidente Christine Lagarde avrebbero dovuto contribuire a raffreddare le tensioni sui mercati legati all’ennesima crisi di governo in Italia. Ma non ci sono riuscite fino in fondo.
Una prima reazione positiva ha seguito gli annunci ma sia l’indice di Piazza Affari sia lo spread sono tornati poi a invertire la tendenza. In chiusura delle contrattazioni la Borsa di Milano, anche oggi la peggiore in Europa, ha perso lo 0,71%, e lo spread è risalito fino a 230,7 punti dai 212 punti della vigilia. Le parole di Lagarde non sono evidentemente bastate a fornire rassicurazioni sulla volontà e sulla capacità di disinnescare i rischi legati alla fase di instabilità politica che si è aperta in Italia.
A pesare può essere stata la scelta di non dare indicazioni di prospettiva. “E’ stata fatta una valutazione dei rischi al rialzo dell’inflazione” e questo “ci ha portato a decidere un aumento più alto di quello indicato”, ha spiegato la numero uno dell’Eurotower. Sul rialzo che sarà adottato a settembre “non c’è più una forward guidance: sulla base dei dati che avremo decideremo quali passi prendere sul cammino della normalizzazione, di sicuro stiamo accelerando l’uscita” dalla politica monetaria di questi anni, ha sottolineato la presidente della Bce ribadendo che in futuro “decideremo mese dopo mese, riunione dopo riunione”. Ora, ha aggiunto, “siamo molto più flessibili perché non offriamo una forward guidance”. Di sicuro, “aumenteremo i nostri tassi progressivamente verso un livello neutrale ma al momento non so qual è”, ha riconosciuto. L’incertezza di una navigazione a vista non è mai utile a fermare le ondate speculative.
Allo stesso modo, avrebbero aiutato dettagli in più sullo scudo anti spread. “Tutti i titoli dei Paesi membri possono essere acquistati, ma la decisione sarà presa sulla base delle valutazioni” del Consiglio. Il nuovo dispositivo “va ad aggiungersi agli altri nostri strumenti: potranno essere usati tutti” e comunque, anche se “non ci sono limiti prefissati” alla sua entità sarà attivato in modo da “evitare interferenze con la nostra politica monetaria”. Per la sua attivazione, ha chiarito, sarà valutata anche “la sostenibilità della posizione fiscale” del Paese a favore del quale intervenire e il rispetto degli impegni.
Tutto sufficientemente vago. Una nota aggiunge i criteri che saranno seguiti per attivare lo scudo: i paesi non devono essere soggetti a una procedura per disavanzo eccessivo; l’assenza di gravi squilibri macroeconomici; la sostenibilità di bilancio e infine politiche macroeconomiche sane e sostenibili, con il rispetto degli impegni presentati nei Piani di ripresa e resilienza.
Nonostante le ripetute domande dei giornalisti Christine Lagarde ha evitato qualsiasi riferimento alla crisi di governo in Italia. “La Bce non prende posizione su questioni politiche – ha scandito – che spettano ai processi democratici dei singoli Paesi, come quello che ha citato”. Quanto alle tensioni sui Btp, già emerse nella giornata odierna, Lagarde ha ricordato che “differenze nei finanziamenti possono emergere legittimamente come abbiamo già visto in passato”. E, anche su questo fronte, si poteva fare meglio.