Ucraina, Himars arma della svolta: Kiev ne vuole di più ma gli Usa…

(Adnkronos) – L’arrivo in Ucraina dei primi Himars, sofisticati lanciarazzi multipli mobili forniti dagli americani, ha già cambiato i giochi sul terreno della guerra. Ma Kiev ne vorrebbe almeno un centinaio, magari dotati di munizioni a gittata più lunga, come gli Atacms (Army Tactical Missile System) che possono raggiungere obiettivi a 300 km di distanza. Washington per ora nicchia, mentre c’è chi avverte che la finestra di opportunità per sconfiggere l’invasione russa è ora.  

Per ora, con i quattro nuovi di cui è stato annunciato l’invio venerdì, siamo ad un totale di 16 Himars. Altri tre sistemi simili sono stati promessi da Londra e Berlino. Con queste armi, gli ucraini hanno già distrutto depositi di munizioni russi. E i risultati si sono visti subito. I bombardamenti russi sono “dieci volte meno” di prima, sottolinea Bohdan Dmytruk, un comandante di battaglione della 93esima brigata meccanizzata dell’esercito ucraino, aggiungendo che ora la media dei soldati con trauma cranico è di uno a settimana, contro i due-tre al giorno dell’era pre Himars. I russi, sottolinea, saranno costretti a spostare i depositi sul loro territorio, lontano dalla portata degli Himars, che hanno una gittata di 80 km.  

Oltre ad essere accurati nel colpire gli obiettivi, gli Himars si spostano molto rapidamente, rendendo difficile la loro individuazione. Gli ucraini affermano che i russi non sono riusciti a distruggerne nemmeno uno, malgrado Mosca sostenga il contrario.  

“Per una contro offensiva efficace, ne servono almeno 100” e con munizioni di gittata superiore, ha detto il ministro ucraino della Difesa Oleksii Reznikov, parlando degli Himars in collegamento video con l’Atlantic council. Ma per ora gli Stati Uniti rimangono prudenti. Il presidente americano Joe Biden vuole evitare una escalation e ha detto di non voler inviare armi la cui gittata permetta di colpire in territorio russo. Ma gli ucraini ribattono che Himars muniti di Atacms permetterebbero di posizionarsi più lontani dalla linea del fronte, proteggendo le vite dei soldati.  

Sullo sfondo c’è anche il dibattito su quale sia l’obiettivo americano. Sostenere gli ucraini perché caccino i russi dal loro territorio, o semplicemente porre Kiev in miglior posizione per negoziare un cessate il fuoco. Ma intanto l’analista Alina Polyakova, presidente del Center for European Policy Analysis, avverte che vi è ora una finestra di opportunità di quattro-sei mesi per cambiare il corso della guerra. E che non si può aspettare troppo a decidere sull’invio di armi che possono rappresentare un “game changer”. 

 

 

 

 

 

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