(Adnkronos) – La grande ‘mannaia’ del secondo mandato alla fine si abbatte sui veterani del Movimento 5 Stelle, ponendo fine alla carriera politica dei big all’interno del Movimento. Dopo il muro eretto da Beppe Grillo, anche Giuseppe Conte decide di confermare la regola aurea dei pentastellati: gli eletti che hanno già svolto due mandati non potranno più ricandidarsi. E no, non ci saranno deroghe, nonostante il pressing forsennato di chi fino all’ultimo sperava in un ripescaggio.
Dal presidente della Camera Roberto Fico alla vicepresidente del Senato e del M5S Paola Taverna, da Alfonso Bonafede a Riccardo Fraccaro, passando per Stefano Buffagni, Carlo Sibilia, Angelo Tofalo, Vito Crimi: è condita di nomi eccellenti la lista dei ‘sommersi’, gli eletti al secondo giro di boa (una cinquantina tra Camera e Senato) che alla fine di questa legislatura troveranno sbarrate le porte di Montecitorio e Palazzo Madama. L’Adnkronos ha contattato molti di loro. I più delusi si trincerano dietro il classico no comment, qualcuno plaude alla decisione di Conte e Grillo, altri accolgono la ferale notizia con placida rassegnazione. E non manca chi coglie l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe.
Il deputato Angelo Tofalo, geotecnico con master in “Intelligence e Sicurezza”, si dice “soddisfatto e felice” e già guarda oltre: “Tornerò a fare l’ingegnere, con grande gioia e voglia di misurarmi sul mercato. Svilupperò tecnologia sovrana ‘Made in Italy'”. Per l’ex sottosegretario alla Difesa, Grillo e Conte hanno fatto bene a preservare il “principio fondante” del M5S, perché “la politica è servizio al cittadino e al paese”. Tofalo poi si dice “certo” che “tutti i parlamentari che torneranno alle proprie vite e alle proprie professioni potranno continuare a dare un contributo alla nostra comunità”. Una prospettiva tutt’altro che scontata, perché il rischio ora è quello di un disimpegno – anche e soprattutto economico – da parte degli eletti finiti nella ‘tagliola’ del secondo mandato in vista della campagna elettorale d’agosto.
“La buona politica è servizio civile, non ricerca continuativa del consenso”, dice Roberta Lombardi, assessora M5S alla Transizione ecologica in Regione Lazio ed ex deputata. Che fare, però, dei big usciti di scena? “Le competenze acquisite vanno salvaguardate e troveremo il modo”, aggiunge. No alla deroga al tetto dei due mandati? “Nulla da commentare, ci è stato detto da settimane. Cosa posso dire…”, risponde un disincantato Giuseppe Brescia, presidente della Commissione affari costituzionali di Montecitorio. Che promette: “Continueremo ad essere vicini al Movimento e a dare il nostro contributo. Lo faremo fuori dalle istituzioni, per quello che potremo”.
A discapito di ciò che viene raccontato da molti suoi colleghi a taccuini chiusi, Brescia giura che non c’è delusione nel Movimento: “E’ una regola che conosciamo da 10 anni. Se speravamo in una deroga? No…”. Il no di Conte alla deroga al tetto dei due mandati è “una scelta in coerenza con le regole del Movimento 5 Stelle. Mi auguro con tutto il cuore sarà la scelta giusta per il campo giusto”, afferma Carlo Sibilia, sottosegretario all’Interno.
Gli fa eco il deputato Luigi Gallo: “Se la comunità 5 Stelle lo vorrà sarò a disposizione”. “La mia esperienza, che dura ormai da 15 anni, e quella degli altri parlamentari che hanno svolto con disciplina e onore il loro impegno nelle istituzioni a vantaggio di chi era senza voce, sarà una ricchezza per l’intera comunità del M5S”. Il pentastellato offre come “contributo” il suo secondo libro, che “può aprire un bel dibattito culturale, politico e sociale”, promette. Il titolo? “Il manifesto della società del benessere”: “Spero che riesca ad uscire nelle librerie prima delle elezioni”, l’auspicio di Gallo.
C’è una vena polemica, invece, nelle parole di Azzurra Cancelleri, sorella del sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo (la cui ricandidatura alla presidenza della Regione Siciliana è saltata proprio a causa del tetto dei due mandati): “Dico solo che è dovuto intervenire Beppe Grillo per far prendere finalmente una decisione responsabile ai vertici. Al solito, ci siamo ridotti a discutere di un principio importante al limite della scadenza per la presentazione delle candidature”. Voi ‘veterani’ vi aspettavate una deroga? “Personalmente no, non me l’aspettavo. Il doppio mandato è uno dei principi fondanti e, se si voleva mettere in discussione questa regola, lo si doveva fare garantendo tempi congrui e il coinvolgimento di tutti. Non di certo a due settimane dalla scadenza della presentazione delle liste e – chiosa la deputata – non di certo dopo una discussione tra pochi”.
Ma c’è anche chi affida il proprio commiato ai social. Come la senatrice Taverna: “Dal Movimento ho avuto tanto. Al Movimento ho dato tanto, come è giusto che sia quando si crede in qualcosa e si è spinti da ideali alti… Io c’ero, ci sono e ci sarò sempre!”, scrive su Facebook la parlamentare romana, la quale sorride pensando che “forse l’eco delle mie urla contro il sistema e le sue storture continuerà a sentirsi ancora per qualche tempo a Palazzo Madama”.
Accetta senza rancore il proprio destino la collega Laura Bottici, membro del Comitato di garanzia M5S: ma “chi mi sta accanto – sottolinea – sa che avevo già preso la mia decisione di non ricandidarmi… Ho iniziato il mio trasloco appena sciolte le Camere”. D’altro canto, però, la decisione di Grillo e Conte sui due mandati ha l’effetto di galvanizzare gli eletti alla prima legislatura, i quali in questo modo possono tirare un sospiro di sollievo e veder crescere le chance di una rielezione: “Per noi ci sarà più spazio nelle liste…”, sussurra un giovane e ambizioso parlamentare.
(di Antonio Atte)