(Adnkronos) – “Nel mondo della medicina ormai il connubio con chi si occupa di innovazione tecnologica è sempre più stretto, tanto è vero che le aziende di biotecnologie – e lo abbiamo visto durante la pandemia – e i loro ricercatori medici, di fatto, collaborano con gli esperti di informatica per poter fare sperimentazioni sempre più veloci, sempre più numerose e in un lasso temporale sempre più stretto riuscire a trovare le informazioni per capire qual è la proteina, qual è la molecola giusta che deve essere usata in una terapia farmacologica specifica. Il legame tra il mondo del digitale dell’information tecnology e il mondo della ricerca scientifica, tuttavia, richiede delle figure professionali nuove”. Lo ha detto Maximo Ibarra, Amministratore delegato di Engineering Ingegneria Informatica, intervenendo oggi a Roma alla tavola rotonda dedicata alla visione dell’industria sulla medicina del futuro e l’interazione con la classe medica, all’interno della seconda edizione di ‘Tech2Doc’, evento promosso da Fondazione Enpam.
“Il mondo della digital health rappresenta più del 10% del business complessivo di Engineering – ricorda Ibarra -. La nostra è una presenza nel mondo della sanità ormai consolidata da diversi anni. Nel tempo abbiamo sviluppato dei prodotti, sostanzialmente delle piattaforme che lavorano nelle Asl, e lavoriamo su sistemi gestionali (quindi tutta la parte amministrativa e gestionale fondamentale per le Asl per poter portare avanti le loro attività). Non solo. Al di là del fascicolo sanitario elettronico, lavoriamo su piattaforme che durante la pandemia hanno permesso in alcune regioni – in particolare il Veneto – di capire in anticipo quali decisioni prendere. Dunque, pur non avendo un rapporto diretto con i medici, di fatto questi strumenti, accessibili anche a loro, sono stati utili ai clinici per capire e prendere delle decisioni in anticipo e riuscire ad essere proattivi. Così come in Puglia abbiamo un progetto sulle malattie croniche, per cercare di capire come gestire al meglio i pazienti dal momento della diagnosi”.