(Adnkronos) – La Cina pianifica di riorientare la sua politica estera per prendere le distanze dalla Russia nel timore di un declino dell’economia e del potere politico di Mosca in seguito della disastrosa operazione in Ucraina, hanno spiegato al Financial Times diverse fonti a Pechino.
Anche se nel loro ultimo colloquio a dicembre Xi Jinping e Vladimir Putin hanno concordato di continuare a rafforzare le relazioni bilaterali, cresce ai vertici politici del Partito comunista la diffidenza per il Presidente russo.
“La decisione dell’invasione è stata presa da un gruppo ristretto di persone. La Cina non deve limitarsi a seguire la Russia. Putin è matto”, ha spiegato un esponente cinese.
Nel loro incontro del 4 febbraio dello scorso anno, Putin, emerge dalle interviste raccolte dal quotidiano britannico, avrebbe informato Xi che la Russia “non escludeva adottare tutte le misure possibili se i separatisti dell’Est dell’Ucraina avessero attaccato il territorio russo provocando disastri umanitari”. L’incapacità dell’intelligence di Pechino di prevedere l’invasione ha portato al licenziamento dell’allora vice ministro degli Esteri e massimo esperto di Russia Le Yucheng.
I cinesi sono convinti che gli obiettivi del Cremlino in Ucraina non saranno raggiunti e che la Russia emergerà dalla guerra con le ossa rotte, come una “potenza minore”. Nel breve termine tuttavia Pechino ha molto da ottenere dal partner, considerando la sua vicinanza a Putin come moneta di scambio utile per le sue relazioni con l’Europa. E inoltre Pechino si sta già leccando i baffi nell’attesa dei lucrosi affari per la ricostruzione dell’Ucraina.