(Adnkronos) – Mai patti con chi usa violenza e minaccia come strumento di lotta politica. E’ quanto ha stabilito il Consiglio dei ministri a proposito degli ultimi disordini, provocati dagli anarchici, e il caso di Alfredo Cospito, trasferito oggi nel carcere Opera di Milano. Un trasferimento che, si è tenuto a puntualizzare, è legato esclusivamente alla tutela della salute del detenuto, da oltre cento giorni in sciopero della fame, ma non impatta in alcun modo sull’applicazione del 41 bis. “Il Consiglio dei ministri, nel suo insieme, ribadisce, nel rispetto della decisione assunta dal ministro della Giustizia, la volontà di non scendere a patti con chi usa violenza e minaccia come strumento di lotta politica” si legge nella nota.
NORDIO – “Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio”, si legge nella nota del Consiglio dei ministri, “ha ricordato le ragioni che hanno determinato l’autorità giudiziaria a proporre e confermare il regime detentivo di cui all’articolo 41 bis attualmente in essere a carico di Alfredo Cospito e, nel pieno rispetto dell’autonomia di valutazione della stessa autorità giudiziaria, ha rilevato che la Corte di Cassazione è chiamata a rendere una decisione in merito nel prossimo mese di marzo. Per la parte di propria competenza, il ministro della Giustizia ritiene di non revocare il regime di cui all’articolo 41 bis e ha precisato che, sentite tutte le istituzioni interessate, si è fatto carico delle condizioni di salute del detenuto, avendone disposto in data odierna il trasferimento, sempre in regime di 41 bis, nell’istituto di pena di Opera, che è munito degli adeguati presidi sanitari”.
PIANTEDOSI – “Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi”, si legge nella nota del Consiglio dei ministri, “ha sottolineato la rete di supporto nei confronti del detenuto, che si è manifestata in plurimi episodi di atti vandalici o incendiari e in manifestazioni di piazza, anche violente, rassicurando che gli accresciuti rischi per la sicurezza hanno determinato un innalzamento dell’attenzione e delle misure necessarie per fronteggiarli”.
TAJANI – Nel corso dell’informativa resa in Cdm, il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani “ha riferito del rafforzamento del sistema difensivo della rete diplomatica italiana all’estero, reso necessario dalle ostilità manifestate nei confronti di sedi di ambasciate e consolati, in varie località, da Atene a La Paz, da Barcellona a Madrid, fino a quelle più recenti di Berlino, oltre che nei confronti di beni appartenenti a personale diplomatico”.