(Adnkronos) – E’ una strage continua. Con il numero dei morti che si aggiorna continuamente nella macabra contabilità ufficiale delle vittime del lavoro. L’incidente ferroviario di Torino, con cinque addetti alla manutenzione ferroviaria alla stazione di Brandizzo, è l’ultimo caso, in ordine cronologico, che va ad aggiornare un bilancio inaccettabile, al netto delle variazioni annuali che spostano poco o nulla. In Italia si continua a morire di lavoro e per il lavoro con una frequenza che è rappresentata in maniera evidente negli ultimi dati Inail disponibili, quelli degli open data relativi al primo semestre 2023.
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nei primi sei mesi di quest’anno sono state 450, 13 in meno rispetto alle 463 registrate nel periodo gennaio-giugno 2022, 88 in meno rispetto al 2021, 120 in meno rispetto al 2020 e 32 in meno rispetto al 2019. A livello nazionale i dati rilevati al 30 giugno di ciascun anno evidenziano per il primo semestre 2023 rispetto al pari periodo 2022, pur nella provvisorietà dei numeri, un decremento solo dei casi mortali in itinere, scesi da 121 a 104, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro passano da 342 a 346. Il calo ha riguardato l’Agricoltura (che scende da 57 a 47 casi) e il Conto Stato (da 18 a 15), mentre nell’Industria e servizi i decessi sono stati 388 in entrambi i periodi.
Dall’analisi territoriale emerge un calo nel Nord-Est (da 109 a 101 casi), al Centro (da 101 a 92), al Sud (da 95 a 93) e nelle Isole (da 38 a 34) e un incremento nel Nord-Ovest (da 120 a 130). Le regioni che presentano aumenti sono la Lombardia (+11 casi mortali), il Friuli Venezia Giulia (+9), la Liguria e la Campania (+8 ciascuna), l’Abruzzo (+7), l’Umbria (+6) e il Lazio (+2), mentre i cali più evidenti sono quelli registrati in Toscana (-12), Piemonte (-7), Calabria e Puglia (-6 ciascuna).
Il calo rilevato nel confronto tra i primi sei mesi del 2022 e del 2023 è legato solo alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 55 a 34, mentre per quella maschile si registra un aumento, da 408 a 416. In diminuzione le denunce dei lavoratori italiani (da 378 a 371) e dei comunitari (da 25 a 15), in aumento quelle degli extracomunitari (da 60 a 64). Dall’analisi per classi di età, si registrano incrementi tra gli under 25 (da 22 a 31 casi), tra i 50-54enni (da 67 a 70) e tra gli over 59 (da 99 a 110), riduzioni invece nella fascia 25-49 anni (da 186 a 151) e 55-59 anni (da 89 a 88).
Al 30 giugno di quest’anno risultano sei denunce di incidenti plurimi per un totale di 12 decessi, sei dei quali stradali. Nei primi sei mesi del 2022 gli incidenti plurimi erano stati otto per un totale di 18 decessi, tutti stradali. (Di Fabio Insenga)