(Adnkronos) – I trattamenti previdenziali, ovvero le pensioni di anzianità/anticipate, vecchiaia, invalidità e superstite, assorbono il 92% della spesa pensionistica dell’Inps, mentre quelli assistenziali, ovvero le prestazioni agli invalidi civili e le pensioni e gli assegni sociali, il restante 8%. E’ quanto emerge dal XXII Rapporto Inps, relativo all’anno 2022, e presentato oggi alla Camera dei Deputati.
La voce che incide di più sulla spesa sono le pensioni di anzianità/anticipate con il 56% del totale, seguite dalle pensioni di vecchiaia che assorbono il 18% e dalle pensioni ai superstiti che assorbono oltre il 13%.
Le prestazioni agli invalidi civili rappresentano il 6% del totale; per ultime ci sono le pensioni di invalidità e le pensioni e assegni sociali che rappresentano rispettivamente il 4% e il 2%.
Con riferimento agli importi medi, le pensioni anticipate/anzianità in Italia sono quelle più elevate, con un importo medio di 1.915 euro mensili, a fronte di pensioni di vecchiaia di 889 euro mensili, di invalidità di 1.018 euro mensili e al superstite di 747 euro mensili. Le prestazioni assistenziali si attestano intorno ai 460 euro mensili. E’ quanto emerge dal XXII Rapporto Inps, relativo all’anno 2022, presentato oggi alla Camera dei Deputati.
Per quanto riguarda la diffusione per genere delle prestazioni vigenti al 31.12.2022, il 67% delle pensioni anticipate va ai maschi. Le femmine hanno una prevalenza nelle prestazioni di vecchiaia di cui percepiscono il 62% con un importo medio di 752 euro mensili a fronte di 1.112 euro mensili dei maschi. Le femmine hanno una netta prevalenza anche nelle pensioni ai superstiti (l’87% delle prestazioni) e nelle pensioni e assegni sociali (il 63%). Le percentuali delle altre categorie sono pressoché equamente distribuite tra i sessi.