(Adnkronos) – “Il Sacco sta implodendo”, commenta chi è passato al secondo piano del Padiglione 62 dell’ospedale milanese. Complice il trasferimento di attività ambulatoriali di Oculistica, in questi giorni si registrano i primi disagi. Le segnalazioni ricevute dall’Adnkronos Salute descrivono corridoi affollati, anziani in attesa per diverso tempo e spesso in piedi, pazienti seduti un po’ ovunque, anche sui tavoli. Nel futuro di questa struttura sanitaria del capoluogo lombardo, che è stata baluardo della lotta al Covid, c’è un maxi restyling che vale 110 milioni di euro e che rinnoverà il volto di un edificio storico e segnato dal tempo, come in molti auspicavano. Orizzonte temporale: marzo 2026.
Ma nel presente c’è un lungo e complicato percorso che porterà a questo traguardo attraverso lavori, trasferimenti e misure per conciliare il piano di ristrutturazione con l’attività clinica. Per ora la convivenza si sta rivelando difficile. “Disagi? Sì, effettivamente ci sono – rileva Sergio Bertoncini, esponente della Cgil territoriale all’Asst Fatebenefratelli Sacco, interpellato sulle problematiche oggetto delle segnalazioni – L’Oculistica è stata spostata al Padiglione 62, dal Padiglione 1 che dovrà essere evacuato entro metà novembre per i lavori di ristrutturazione che si faranno con i fondi del Pnrr. Il problema è che c’è una grossa concentrazione di pazienti, che non sono solo di Oculistica, ma anche di altri padiglioni, e che devono passare dalle casse che sono al piano terra. Prima nel Padiglione 1 questo passaggio veniva gestito direttamente dall’Oculistica per i suoi pazienti. Questo è uno degli elementi che ha causato sicuramente dei disagi”.
“E penso che adesso ci saranno disagi continui – riflette il sindacalista – Anche tra i dipendenti, che verranno trasferiti in parte a Bollate e in parte al Fatebenefratelli e nel resto dei presidi ospedalieri dell’Asst. In più, molti reparti che sono presenti nei padiglioni da ristrutturare verranno concentrati come posti letto nel Padiglione 51. Quindi anche lì ci saranno disagi, perché gli ambulatori medici vengono spostati e ci sono problemi di spazio”. Il commissario straordinario dell’Asst Maria Grazia Colombo, riferisce Bertoncini, ha fatto una settimana di incontri insieme alla direzione medica di presidio con il personale di tutti i padiglioni che verranno ristrutturati, con i dipendenti che verranno spostati. “Ha dato indicazioni, ha visto anche i sindacati e ha spiegato le cose che si stanno facendo – riporta il rappresentante sindacale – Effettivamente però poi restano dei ‘buchi’. I lavoratori sono un po’ in ansia perché si creeranno disagi sul fatto che si dispongono trasferimenti anche in altri ospedali e ci sono situazioni familiari complicate. Tanti dipendenti sono anche di una certa età e magari usufruiscono della 104 per loro cari che hanno problemi e lo spostamento del posto di lavoro diventa un problema in più”.
La geografia dei ‘traslochi’, degli accorpamenti, dei trasferimenti è “molto complessa”, dice Bertoncini. “E ovviamente ricade anche sulle spalle di chi lavora. E’ richiesta una grossa collaborazione. Ma va considerato che il Sacco è stato in prima linea con il Covid e ci sono molti lavoratori che hanno subito un grosso stress e ora devono affrontare un’altra situazione, che è epocale in un altro senso anche questa. Io ho lavorato 40 anni al Sacco ed è sempre stato così, con queste palazzine un po’ fatiscenti – racconta Bertoncini, che è in pensione e continua a seguire da un punto di vista sindacale la struttura – Ora si sta ristrutturando in modo massiccio, affrontando situazioni che vanno regolamentate, e sicuramente a lungo termine è un grosso vantaggio per tutti. Ma in questo periodo di 2 anni e mezzo sarà così. Come sindacati stiamo cercando di intervenire e seguire la cosa”.
Martedì, per esempio, prosegue, “c’è stato un incontro con i fisioterapisti che verranno spostati in parte a Bollate e rimarranno al Sacco solo sui reparti, quindi non ci saranno più le palestre dove trattano i pazienti. E’ un piccolo gruppo, però ci sono tanti piccoli gruppi che hanno dei problemi e la direzione non può avere sott’occhio tutte le problematiche singole. Quindi c’è necessità di un confronto continuo con le organizzazioni sindacali”. Il piano adesso è: “Ascoltare i lavoratori, recepire eventuali disagi e portarli alla direzione cercando di essere più uniti possibile, per far sì che si possano risolvere tutti i problemi, e non resti nessuno inascoltato. Poi ci sarà da seguire il percorso, perché 2 anni e mezzo sono lunghi e in parte è imprevedibile quel che potrà succedere”.
“Siamo comunque già in ritardo – ragiona il sindacalista – perché è da prima dell’estate che chiediamo di avere informazioni più specifiche. Abbiamo avuto un cambio di direzione, è vero. Il primo incontro con l’ex Dg Alessandro Visconti è stato fatto il 7 luglio. Avevamo avuto rassicurazioni, presentazioni di lavori, si parlava di incontri ogni 15 giorni o ogni mese. Poi ad agosto” c’è stato l’avvicendamento. “E’ arrivato il commissario straordinario Colombo, che è qui proprio per seguire tutta questa faccenda, ma fino a settembre non ci eravamo più visti. Conosciamo la persona, perché era già stata dipendente del Sacco anni fa. Il problema è stato che l’organizzazione è come se si fosse sospesa e poi ripresa. In realtà ci è stato detto che il lavoro è continuato. Ma questa cosa fra i lavoratori non si è potuta vedere. C’è stato uno stacco. Ora stiamo cercando di fare in modo che l’azienda consideri tutte le situazioni particolari. Abbiamo tempo fino a metà novembre per liberare i padiglioni”, conclude Bertoncini. “Quindi il tempo stringe”.