Israele, il sergente che tifa Lazio: la storia di Mayer Soliani

(Adnkronos) –
Tifoso della Lazio e sergente nell’esercito di Israele. Mayer Soliani indossa l’uniforme dell’esercito israeliano e partecipa alle operazioni militari scattate dopo l’attacco compiuto da Hamas lo scorso 7 ottobre. Il giovane militare si racconta a Rainews: l’infanzia a Roma, l’amore per la Lazio, il trasferimento in Israele. “I miei genitori sono romani, sono venuti a vivere in Israele quando avevo 12 anni. Mi sono arruolato un anno e mezzo fa, è un onore stare qui a difendere il mio popolo, la mia gente, la mia guerra. Missioni così delicate non ci sono da tantissimo, ma ho già preso parte alle operazioni”, dice. 

L’attacco di Hamas è successo alle 7.30 del mattino di sabato 7 ottobre, “alle 13 io ero qui. I miei genitori sono qui in Israele. Nonni, zii e cugini vivono a Roma. Hanno paura, ma sono molto fieri di me. Io non ho paura, ho un po’ di timore ma sappiamo cosa dobbiamo fare, siamo preparati: non abbiamo paura. Cosa lascio a Roma? La Lazio, sicuramente, e gli amici. Vengo tutti gli anni a Roma per vedere la Lazio, se la situazione si calma tra 2 mesi sono a Madrid ma non possiamo sapere quanto durerà la missione. Ci hanno detto che sarà molto lunga”, aggiunge, sognando un posto allo stadio per la sfida di Champions League tra l’Atletico e la sua Lazio. 

Le parole rimbalzano sul web, arrivano i messaggi dei giocatori della Lazio, da Ciro Immobile a Luis Alberto. E anche il presidente Claudio Lotito rimane colpito. “L’ho visto e rivisto tante volte quel video -dice il senatore di Forza Italia a notizie.com-, l’ho anche fatto vedere qui in Parlamento, certo che mi sono commosso, mi ha colpito, come può non colpirti un ragazzo così giovane che parte dall’Italia per andare a difendere la sua patria, Israele”. “Non mi vergogno nel dire che mi sono emozionato, nel vedere quel giovane militare -aggiunge il numero uno del club biancoceleste-. Quando gli hanno chiesto se ha paura, lui dice di no col trasporto nel cuore, e tra le cose che gli mancano risponde che è la Lazio. Cos’altro si può aggiungere? Il ragazzo è di religione ebraica, l’ennesima conferma delle menzogne tirate in ballo da qualcuno che dice che la Lazio è antisemita e anti-quello o quell’altro, li vorrei vedere adesso che dicono. Anzi la Lazio è portavoce dei diritti umani, del rispetto dell’essere umano, della propria integrità totale, morale, economica, razziale e di qualsiasi natura. E’ stato bellissimo e appena rientra lo invito e lo voglio vicino a me”. 

““Questa è un’ulteriore testimonianza assoluta, anche se non ce ne era bisogno, che la Lazio, oltre che dal suo presidente, nel proprio interno ha persone in gamba anche nelle istituzioni che coltivano determinati valori, come il presidente della Fondazione Shoah come consigliere d’amministrazione, il professor Gambino nominato nella commissione dei diritti umani a Strasburgo penso che più tutelati di così sui comportamenti per non parlare di tutto quello che è sempre stato fatto da noi e dalla gente”, conclude. 

 

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