(Adnkronos) – Resterà chiuso il valico di Rafah tra l’Egitto e la Striscia di Gaza, che oggi sarebbe dovuto essere riaperto per il passaggio degli aiuti umanitari alla popolazione dell’enclave palestinese. Lo riferisce la Cnn citando fonti americane ben informate e secondo le quali la situazione al confine resta ”instabile”. Sono una ventina i camion con aiuti umanitari che oggi sarebbero dovuti entrare nella Striscia di Gaza, ma “non scommetterei soldi sui camion che transiteranno domani”, ha detto una fonte citata dalla Cnn.
Le Forze della Difesa israeliane (Idf) hanno intanto colpito nella notte oltre cento obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza e ucciso un miliziano che faceva parte delle forze navali del gruppo e che lo scorso 7 ottobre ha partecipato all’attacco contro Israele. Lo riferiscono le Idf in una nota condivisa in un tweet.
”Durante la notte, aerei da combattimento hanno attaccato oltre un centinaio di obiettivi operativi delle organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza, distruggendo pozzi, tunnel, depositi di munizioni e decine di quartier generali operativi”, si legge nel tweet. ”Durante gli attacchi, l’Idf e lo Shin Bet hanno eliminato un terrorista che era nella forza navale dell’organizzazione terroristica Hamas”, prosegue il post. Si tratta di Amjad Majed Muhammad Abu Odeh che ”ha preso parte al massacro di civili israeliani nel sud di Israele”, afferma l’Idf, spiegando di aver ”neutralizzato una squadra terroristica dell’aeronautica dell’organizzazione terroristica che prevedeva di lanciare missili contro un jet” israeliano.
Inoltre ”sono stati distrutti armi e beni dei terroristi che si trovavano nella moschea del quartiere di Jabaliya che veniva usata come punto di osservazione per i terroristi di Hamas”.
Le autorità israeliane hanno deciso di evacuare la città di Kiryat Shmona, che si trova a soli due chilometri dal confine con il Libano. Lo ha annunciato il ministero della Difesa israeliano. Sono circa 20mila gli abitanti di Kiryat Shmona. La loro evacuazione è stata decisa per l’aumentata instabilità al confine con il Libano e a causa del lancio di razzi provenienti da Hezbollah dopo che Hamas ha attaccato Israele lo scorso 7 ottobre.
Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Mahmoud Abbas ha rifiutato una telefonata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden quando questi era in Israele mercoledì. Lo riferisce l’emittente televisiva israeliana Kan citando a condizione di anonimato una fonte palestinese di Ramallah. I funzionari dell’Amministrazione Biden hanno cercato di organizzare un colloquio telefonico tra i due leader, ma Abbas ha respinto la richiesta, afferma la fonte citata da Kan.
Il primo ministro britannico Rishi Sunak si recherà oggi in Egitto per incontrare il suo omologo e per sottolineare la necessità di ”prevenire una escalation” del conflitto israelo-palestinese nella regione. Lo annuncia Downing Street in una nota. Ieri Sunak è stato in Israele e poi in Arabia Saudita.
“In tutte queste conversazioni il primo ministro ha sottolineato l’imperativo di evitare un’escalation regionale e di prevenire ulteriori inutili perdite di vite civili”, ha aggiunto Downing Street.
Sarebbe intanto finita nel mirino di un attacco la base militare che ospita forze e consiglieri Usa nei pressi dell’aeroporto internazionale della capitale irachena Baghdad. Secondo fonti della sicurezza citate dal sito di notizie iracheno Shafaq sono stati lanciati due razzi, uno dei quali sarebbe caduto nei pressi della base, mentre il secondo è stato intercettato dal sistema di difesa aerea C-Ram.
Gli Stati Uniti traggono vantaggio dalle guerre in Ucraina e in Medioriente e il fatto che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden abbia parlato di ”investimento” per la sicurezza degli americani lo dimostra. Lo ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova su Telegram, commentando il passaggio del discorso alla nazione di Biden in cui definisce gli aiuti a Israele e all’Ucraina ”un investimento intelligente per la sicurezza di generazioni di americani”.
Zakharova ha affermato che ”la chiamano ‘lotta per la libertà e la democrazia”’, ma ”ora si scopre che sono solo calcoli. E’ sempre stato così, hanno semplicemente ingannato il mondo usando valori che Washington non ha mai difeso veramente”. La portavoce del ministero degli Esteri russo afferma che si tratta quindi ”solo di affari” e ”le guerre sono state tradizionalmente ‘investimenti intelligenti’ per gli Stati Uniti poiché non hanno avuto luogo sul suolo americano e non si preoccupano dei costi sostenuti da altri”.
La Cina è intanto pronta a coordinarsi con la Russia e a mantenere la comunicazione aperta con il Cremlino per la de-escalation della crisi in Medioriente. Lo ha detto l’inviato speciale di Pechino per il Medioriente, Zhai Jun, citato dai media cinesi. ”La Cina e la Russia hanno la stessa posizione rispetto alla questione palestinese”, ha detto Zhai Jun che ieri, a Doha, ha avuto un incontro con il rappresentante speciale della Russia per il Medio Oriente e i paesi africani.