Clima, Lancet: “Le vittime del caldo rischiano di aumentare di 4,7 volte entro il 2050”

(Adnkronos) – Un aumento di 4,7 volte dei decessi legati al caldo entro la metà del secolo. E’ il rischio che il mondo correrà se prosegue il ritardo nell’azione di contrasto al cambiamento climatico. A prospettarlo, in base a nuove proiezioni globali, sono gli autori dell’ottavo rapporto annuale di ‘The Lancet Countdown on Health and Climate Change’. Il report lanciato da una delle più importante riviste scientifiche internazionali evidenzia l’impatto dell’immobilismo sulle questioni climatiche e rispetto all’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi centigradi al di sopra dei livelli preindustriali. E segnala come questo stia “costando vite umane e mezzi di sussistenza”.  

Già nel 2022 (anche con l’attuale media decennale di riscaldamento di 1,14°C) le persone sono state esposte in media a 86 giorni di temperature elevate pericolose per la salute, di cui il 60% ha avuto una probabilità almeno doppia di verificarsi a causa dei cambiamenti climatici causati dall’uomo. Mentre il mondo è “sulla buona strada per registrare un aumento del riscaldamento globale di 2,7° C entro il 2100” e le emissioni legate all’energia hanno raggiunto un nuovo record nel 2022, gli autori denunciano la “negligenza” di governi, aziende e banche che “continuano a investire in petrolio e gas” mentre le sfide e i costi dell’adattamento aumentano e il mondo si avvicina a un danno irreversibile. “La vita delle generazioni attuali e future è in bilico”, è l’allarme lanciato dagli esperti.  

“Il nostro bilancio sanitario rivela che i crescenti rischi del cambiamento climatico stanno portando a perdite di vite umane e mezzi di sussistenza in tutto il mondo. Le proiezioni di un mondo più caldo di 2°C rivelano un futuro pericoloso e ci ricordano che il ritmo e la portata degli sforzi di mitigazione finora compiuti sono tristemente inadeguati a salvaguardare la salute e la sicurezza delle persone”, afferma Marina Romanello, direttore esecutivo del Lancet Countdown all’University College di Londra. “Con 1.337 tonnellate di anidride carbonica emesse ogni secondo, non stiamo riducendo le emissioni abbastanza velocemente da mantenere i rischi climatici entro i livelli che i nostri sistemi sanitari possono affrontare. L’inazione ha un costo umano enorme e non possiamo permetterci questo livello di disimpegno. Ogni istante di ritardo rende il percorso verso un futuro vivibile più difficile e l’adattamento sempre più costoso e impegnativo”. 

Gli autori avvertono che senza un’azione di mitigazione decisa e rapida per affrontare le cause profonde del cambiamento climatico, la salute dell’umanità intera è gravemente a rischio. La nuova sezione regionale del rapporto evidenzia le diverse e diseguali esperienze degli impatti del cambiamento climatico sulla salute e chi sta beneficiando dell’adattamento ai cambiamenti climatici e dei co-benefici per la salute della transizione verso l’energia pulita. Gli autori delineano l’opportunità che una giusta transizione energetica offre per ridurre le disuguaglianze sanitarie e migliorare la salute e il benessere di tutte le popolazioni. 

Nel 2023, il mondo ha registrato le temperature globali più calde degli ultimi 100.000 anni e i record di temperature sono stati battuti in tutti i continenti. I decessi legati al caldo nelle persone di età superiore ai 65 anni sono aumentati dell’85% nel periodo 2013-2022 rispetto al periodo 1991-2000, superando notevolmente l’aumento del 38% previsto se le temperature non fossero cambiate (cioè tenendo conto solo dei cambiamenti demografici), rilevano gli autori. La crescente distruttività degli eventi meteorologici estremi mette a rischio la sicurezza idrica e la produzione alimentare, esponendo milioni di persone a rischio di malnutrizione, segnalano ancora gli autori. Ondate di calore e siccità più frequenti sono state responsabili di 127 milioni di persone in più che hanno sperimentato forme di insicurezza alimentare da moderata a grave in 122 Paesi nel 2021, rispetto ai dati annuali tra il 1981 e il 2010.  

Allo stesso modo, il cambiamento dei modelli climatici sta accelerando la diffusione di malattie infettive. Ad esempio, i mari più caldi hanno aumentato di 329 km all’anno dal 1982 l’area della costa mondiale adatta alla diffusione del Vibrio, batterio che può causare malattie e morte negli esseri umani, mettendo un record di 1,4 miliardi di persone a rischio di malattie diarroiche, infezioni gravi delle ferite e sepsi. La minaccia, si avverte nel report è particolarmente elevata in Europa, dove le acque costiere adatte al batterio sono aumentate di 142 km ogni anno. E c’è anche l’aspetto economico: il valore totale delle perdite derivanti da eventi meteorologici estremi è stato stimato in 264 miliardi di dollari nel 2022, il 23% in più rispetto al periodo 2010-2014.  

Il mondo sta andando nella direzione sbagliata, ammoniscono gli autori che nel report sostengono la necessità di “un’azione urgente” per il clima incentrata sulla salute, al fine di spostare l’economia globale verso un’economia a zero emissioni di carbonio, offrendo al contempo “opportunità trasformative” per migliorare la salute delle popolazioni mondiali attraverso un migliore accesso e una maggiore sicurezza energetica, un’aria più pulita, un’acqua potabile più sicura, diete e stili di vita più sani e città più vivibili. 

“Stiamo già assistendo al dispiegarsi di una catastrofe umana, con la salute e i mezzi di sostentamento di miliardi di persone in tutto il mondo messi a repentaglio da un aumento record delle temperature, da siccità che compromettono i raccolti, da livelli crescenti di fame, da crescenti epidemie di malattie infettive e da tempeste e inondazioni mortali”, ha voluto rimarcare, in risposta alla pubblicazione del rapporto, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres (che non ha partecipato alla stesura).  

Ma, aggiunge Romanello, “c’è ancora spazio per la speranza. L’attenzione sul tema della salute alla COP28 è l’occasione da non perdere per garantire impegni e azioni. Se i negoziati sul clima porteranno ad un’equa e rapida eliminazione dei combustibili fossili, se accelereranno l’azione di mitigazione e sosterranno gli sforzi di adattamento per la salute, allora le ambizioni dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C e un futuro sano e prospero saranno ancora raggiungibili”.  

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