(Adnkronos) – Nel corso del 2023 l’Albo dei commercialisti fa registrare l’ingresso di 1.864 nuovi iscritti e 161 nuove Società tra professionisti. Rispetto al 2007, anno di formazione dell’Albo unico tra dottori e ragionieri partito ufficialmente il 1° gennaio 2008, gli iscritti sono aumentati del 12% raggiungendo la cifra di 120.424. In sedici anni, l’Albo è cresciuto di quasi 13 mila unità, mentre gli iscritti alle casse di previdenza della categoria sono aumentati di oltre 21 mila unità, ad un ritmo di quasi il 27% rispetto al 2007. Negli ultimi due anni, cioè nel biennio post-pandemico, il reddito medio dei commercialisti è cresciuto di quasi il 18% in termini nominali (+9,3% nel 2022 e +7,6% nel 2023) e del 2,2% in termini reali, cioè al netto dell’inflazione. Si tratta di un importante recupero rispetto al periodo pre-pandemico anche se il confronto con il 2008, al netto dell’inflazione, è ancora negativo (-8,4%). La dinamica complessiva degli iscritti all’Albo è contraddistinta da una crescita al Nord (+0,8%) e un calo di iscritti a Sud (-0,6%), mentre nel Centro si registra un andamento quasi stazionario (+0,1%). Sono i principali dati che emergono dalla nuova edizione del Rapporto annuale sull’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, pubblicato dalla Fondazione Nazionale di Ricerca della categoria.
Il reddito professionale netto medio dei commercialisti nel 2023 è aumentato del 7,6%, un po’ meno rispetto al +9,3% dell’anno precedente. Il valore medio si è portato a 73.277 euro, mentre il reddito mediano è cresciuto del 6,9% portandosi a 41.974 euro pari al 57,3% di quello medio, in leggero calo rispetto al 57,6% dell’anno prima. Rispetto al 2008, il reddito professionale netto medio è aumentato del 22,4%, mentre lo stesso espresso in termini reali, cioè al netto dell’inflazione, è diminuito dell’8,4%.
La maggior parte dell’incremento del reddito medio è avvenuta negli ultimi due anni (+18%), cioè nel periodo post-pandemico, favorito sia dal rimbalzo economico sia dall’aumento del tasso di inflazione. Infatti, a fronte di una crescita nominale del 18%, si è verificata una crescita reale, cioè al netto del tasso di inflazione, del 2,2%. Il reddito professionale medio dei Commercialisti viene elaborato dalla Fondazione Nazionale di ricerca dei commercialisti (fnc) come media ponderata dei redditi dichiarati alle due casse di previdenza della categoria, la Cassa dottori (Cnpadc) e la Cassa ragionieri (Cnpr). Nel 2023, il reddito medio professionale degli iscritti alla Cassa Dottori è pari a 80.318 euro (+8,1% sul 2022), mentre il reddito medio professionale degli iscritti alla Cassa ragionieri è pari a 55.917 euro (+5,4% sul 2022).
Nel corso del 2023, gli iscritti all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, nonostante il trend negativo del mondo delle libere professioni in generale, sono aumentati di 143 unità pari ad una crescita percentuale dello 0,1% sul 2022. In sedici anni, gli iscritti all’Albo sono aumentati di 12.925 unità, +12% sul 2007. Nello stesso periodo, la popolazione italiana è aumentata dello 0,8%, mentre le imprese attive sono diminuite dell’1,5%. Ciò ha determinato un calo significativo del rapporto tra la popolazione e gli iscritti, passato in sedici anni da 555 a 490 e del rapporto tra le imprese attive e gli iscritti che nello stesso periodo è passato da 48 a 45. A fine 2023, la quota di donne è salita al 33,8%, mentre la quota di giovani, invece, si è portata al 14,7%.
Come già accaduto nel 2022, gli iscritti al Registro dei praticanti sono ancora diminuiti (-9,9% rispetto al -8,4% del 2022), portandosi a 11.522. Il calo in valore assoluto è stato di 1.259 iscritti. La diminuzione è stata particolarmente elevata nel Sud (-13,1%) rispetto al Nord (-5,2%) e al Centro (-9,6%). In controtendenza solo il dato delle Isole (+1,3%), mentre nelle regioni meridionali si è registrato un forte calo (-15%).
Nel corso del 2023, la crescita in valore assoluto degli iscritti nella sezione B dell’Albo è stata di 58 unità pari al +2,7% rispetto al +9,5% di un anno prima. Particolarmente marcato risulta il rallentamento nelle regioni settentrionali (+2,5% contro il +12,7% di un anno prima), ma anche nelle regioni centrali (+4,8% rispetto al 13,1% del 2022). Buono l’andamento degli iscritti in Lombardia (+4,8%) e nel Lazio (+9,7%). Da segnalare, comunque, un’inversione di segno nelle regioni meridionali (+0,7%) contro il -12,6% del 2022).
Nel corso del 2023, le STP passano da 1.607 a 1.768 con un incremento in valore assoluto di 161 unità e in termini relativi del 10%, comunque meno rispetto al +13,6% di un anno prima. Bene la crescita delle STP nelle regioni centrali (+13%) spinta dal Lazio (+18,5%) e dalla Toscana (+14,1%). Bene anche la Lombardia (+14,6%), che contribuisce per quasi il 40% (62 su 161) all’incremento complessivo.
“In un momento nel quale il mondo dei liberi professionisti sperimenta una crisi di iscrizioni – afferma Elbano de Nuccio, presidente Consiglio nazionale commercialisti – la professione di commercialista, come emerge dai dati del Rapporto, mostra una particolare resilienza. Non solo continua a crescere come numero, ma è particolarmente dinamica, soprattutto negli ultimi due anni, come si vede dal netto recupero del reddito medio. Possiamo guardare con fiducia al futuro e giocare un ruolo da protagonisti nei processi di cambiamento economici e sociali che ci attendono. Pensiamo alla grande opportunità di sfruttare il potenziale delle pmi per far fronte efficacemente a tutte le sfide europee in atto. Come commercialisti giochiamo una partita decisiva”.
“Questo Consiglio nazionale – aggiunge – è determinato nell’impegno per il rilancio della figura e del ruolo del commercialista. Siamo consapevoli che, per essere protagonisti del nostro futuro, dovremmo essere in grado di essere centrali nella definizione, nell’implementazione e nell’attuazione delle nuove politiche pubbliche. Questo richiede il massimo impegno di tutti gli organi di categoria, la presenza costante e la partecipazione a tutti i tavoli istituzionali, da quelli internazionali a quelli nazionali e locali, proprio come stiamo facendo a livello di Consiglio nazionale”.