(Adnkronos) – “Dopo una fase di avvio delle attività di investimento della Società di gestione del risparmio (Sgr) con il nuovo piano industriale abbiamo deciso di concentrarci sui 7 settori che sono i settori maggiormente strategici per lo sviluppo del Paese tra cui Life Science, agroindustria e tecnologie pulite. Per definirli abbiamo fatto quindi un lavoro congiunto con le istituzioni, con la presidenza del Consiglio, con i ministeri competenti, Mimit, Mef, con il Dipartimento della Transizione Digitale, l’Agenzia per la Cyber Sicurezza. Abbiamo identificato i settori che incrociano in questo momento un basso livello di maturità ma un elevato livello di strategia per il Paese. Questo è l’ambito in cui vogliamo concentrare gli investimenti, questo è l’ambito in cui vogliamo concentrare le nostre risorse perché dagli investimenti in questi settori nascerà un futuro sviluppo”. Così all’Adnkronos Agostino Scornajenchi, Amministratore delegato e Direttore generale Cdp Venture Capital in occasione dell’Assemblea pubblica 2024 di Assobiotec- Federchimica dal titolo “Competitività: il nodo della ricerca, il ruolo dell’impresa” che si è tenuta oggi a Roma.
“Per quanto riguarda il settore della life science e delle biotecnologie – ha aggiunto – questo è sicuramente uno dei principali settori che si caratterizza al centro di questa strategia. La previsione di investimento di Cdp Venture Capital su questo settore al 2028, prevedrà un’allocazione complessiva di oltre mezzo miliardo su queste tecnologie”.
“L’Italia – ha sottolineato Scornajenchi – si pone certamente in una fase di forte crescita sugli investimenti nel settore della Life Science. Abbiamo raggiunto 250 milioni di euro nel corso del 2023, siamo ancora a dei numeri bassi se ci confrontiamo con altri ecosistemi europei. La Francia nello stesso anno ha speso un miliardo e due, la Germania ha speso un miliardo. Fatto positivo che siamo in forte crescita, abbiamo un ecosistema di ricerca estremamente sviluppato. Per questo motivo è importante investire in tutte le fasi del venture capital che riguardano la ricerca e lo sviluppo. Questo perché noi dobbiamo investire a partire dal punto di collegamento fra ricerca e brevetti, fra ricerca e imprese, che è il nostro strumento di technology transfer”.
“Abbiamo un fondo di technology transfer che ha diversi poli tecnologici sparsi sul territorio e che ha lo scopo di aiutare i giovani ricercatori e studenti a costruire quei brevetti che diventano la base per delle imprese future che potranno a quel punto sviluppare business nel nostro Paese” ha quindi concluso.