Tumori al seno e colon, al Sud più anni di vita persi e calo mortalità in stallo

(Adnkronos) – I dati sulla mortalità per cancro al seno e cancro al colon spaccano in due l’Italia. Il Sud fa registrare per questi due tumori più anni di vita persi e la bassa adesione agli screening per la diagnosi precoce è un freno a mano tirato sul calo delle morti: nel Meridione i decessi scendono molto meno rispetto al Nord e al Centro, e in certi casi addirittura aumentano. Il risultato è che i tassi di mortalità, storicamente più bassi al Sud che al Nord, ora sono paragonabili. E’ la fotografia scattata dal primo rapporto del Gruppo di lavoro Equità e Salute nelle regioni dell’Istituto superiore di sanità, pubblicato oggi sul sito dell’Iss. La scarsa partecipazione agli screening, emerge dal report, penalizza il Sud non solo in termini di mortalità: pesa anche sull’indice di fuga dei pazienti, costretti a spostarsi fuori regione per potersi operare. 

“Questo rapporto, a cui a breve seguirà un lavoro simile sulle patologie cardiovascolari, è un esempio ulteriore di cosa può fare l’Iss per aiutare il Servizio sanitario nazionale”, dichiara il presidente dell’istituto Rocco Bellantone, promotore del gruppo di lavoro. “Sono sicuro che gli spunti contenuti nel documento potranno essere molto utili per elaborare strategie che riescano a mitigare le disparità regionali nell’accesso all’assistenza sanitaria, di gran lunga il problema principale della sanità nel nostro Paese”, sottolinea.  

Gli autori del report – spiega l’Iss – hanno utilizzato i dati di mortalità per cause, i dati sulle coperture degli screening oncologici (ottenuti dai sistemi di sorveglianza, in particolare da Passi e Passi d’Argento) e i dati sulle schede di dimissione ospedaliera. Per i tumori di mammella e colon retto, che rappresentano il 40% di tutte le diagnosi di cancro in Italia, sono state quindi analizzate le differenze regionali nella mortalità totale e prematura; è stato valutato l’impatto dei programmi di screening sulla riduzione della mortalità negli ultimi 20 anni ed è stata esaminata la capacità di presa in carico delle Regioni attraverso l’analisi della mobilità sanitaria extra-regionale. (segue) 

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