(Adnkronos) –
All’inizio furono i letti in cartone, poi la mensa, quindi l’aria condizionata. Alla fine, anche Gregorio Paltrinieri sbotta e boccia il villaggio olimpico di Parigi 2024, che pare essere uno dei punti deboli – se non il punto debole – dei Giochi olimpici in corso nella capitale francese.
Il villaggio olimpico, dicono sempre tutti gli atleti, è un’esperienza da vivere e assaporare. Lo pensano i fuoriclasse e gli outsider, le star degli sport più celebri e i concorrenti delle discipline meno note al pubblico. Prima ancora dell’inizio dei Giochi, con l’arrivo degli atleti nelle stanze, i primi video diffusi sui social hanno documentato l’arredamento particolare delle stanze degli atleti, con i materassi ‘amici dell’ambiente’ ma apparentemente poco confortevoli. Nei primi giorni di gare, con la cittadella popolata al massimo, ecco le lamentele per la qualità del cibo: la cucina francese ha steccato, a quanto pare, e gli organizzatori sono corsi ai ripari per evitare reclami o, peggio ancora, la fuga di ‘clienti’ illustri.
La volontà di limitare l’impatto sull’ambiente ha spinto gli organizzatori a non contemplare impianti ordinari di aria condizionata. Scelta discutibile che si è rivelata poco felice in un’estate rovente, con temperature ampiamente oltre i 30 gradi. Alla fine, anche un veterano equilibrato come Paltrinieri ha tirato fuori la matita rossa. “Ho fatto 4 Olimpiadi, ho visto 4 villaggi olimipici, questo è sicuramente è il peggiore. In camera non mi addormento mai prima delle due di notte. Fa troppo caldo. Noi qui siamo i protagonisti ed è impensabile non avere l’aria condizionata nelle camere. Non si possono trattare così gli atleti. Non siamo tutelati”, si sfoga il campione del nuoto azzurro.
Un punto di vista ampiamente condiviso, ormai anche davanti alle telecamere. Pochi giorni fa, la recensione di un altro big del nuoto azzurro, Thomas Ceccon. “Non si dorme bene, fa caldo. Si mangia male. Non sto cercando scuse, sono problemi che hanno tutti al villaggio. Lo dico perché anche chi guarda le gare sappia…”.