(Adnkronos) –
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu ha chiesto, perdono ai parenti dei sei ostaggi, i cui corpi senza vita sono stati recuperati nel fine settimana nella Striscia di Gaza. “Ho detto alle famiglie, lo ripeto e lo dico questa sera: vi chiedo perdono per non essere riusciti a riportarli indietro vivi. Siamo stati molto vicini, ma non ci siamo riusciti”, ha detto il premier israeliano, aggiungendo che Hamas “pagherà un prezzo caro”.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha definito lo sciopero generale odierno una vergognosa dimostrazione di sostegno ad Hamas e al suo leader, Yahya Sinwar. Lo sciopero è “una vergogna. Significa dire a Sinwar: ne hai uccisi sei. Eccoci qui a sostenerti”, ha affermato Netanyahu riferendosi ai sei ostaggi assassinati da Hamas nei giorni scorsi, secondo quanto riporta il sito di notizie Ynet.
Scontro in Israele sullo sciopero generale. La protesta è iniziato oggi alle 6 (ora locale) su iniziativa della Federazione del lavoro dell’Histadrut, la principale organizzazione sindacale dello Stato ebraico, per fare pressione sul governo affinché acceleri sulla liberazione degli ostaggi prigionieri di Hamas a Gaza dal 7 ottobre. Una richiesta divenuta ancora più urgente dopo il ritrovamento in un tunnel di Rafah dei corpi di sei ostaggi assassinati.
Il Tribunale del lavoro di Bat Yam ha stabilito però che lo sciopero generale in Israele dovrà cessare entro le 14.30 (le 13.30 in Italia), tre ore e mezza prima di quanto annunciato dal leader dell’Histadrut, Arnon Bar-David. Il numero 1 del sindacato in precedenza aveva annunciato che lo sciopero sarebbe terminato oggi alle 18 e non alle 6 del 3 settembre, come inizialmente previsto.
Stando alle dichiarazioni trapelate dalla riunione settimanale del gabinetto, Netanyahu ha ribadito ai ministri presenti che i soldati rimarranno lungo la Philadelphi Route perché “è essenziale per la sicurezza israeliana”.
Proprio l’insistenza del primo ministro nel non volersi ritirare dal corridoio al confine tra Gaza e Egitto, al fine di impedire il contrabbando di armi da parte di Hamas, è indicata come il maggiore ostacolo all’accordo per il cessate il fuoco ed il rilascio degli ostaggi.
Israele “deve rimanere unito” di fronte a un “nemico brutale e feroce” ha detto il premier israeliano, mentre proseguono le contestazioni nei suoi confronti.
Decine di manifestanti hanno bloccato la via Ibn Gvirol a Tel Aviv, chiedendo al governo di raggiungere un accordo per liberare gli ostaggi tenuti da Hamas a Gaza, in mezzo alla rabbia pubblica per la gestione della guerra da parte del governo. I manifestanti si sono radunati anche allo svincolo di Shilat, vicino a Modi’in, e hanno bloccato una strada nella città settentrionale di Rosh Pina, riporta il Times of Israel.
Sette le persone fermate a Tel Aviv accusate di “violazione dell’ordine pubblico e ostacolo al traffico”, ha confermato la Polizia israeliana, secondo una notizia riportata dalla Cnn. Stando alla ricostruzione della Polizia, decine di manifestanti hanno bloccato il traffico utilizzando fumogeni e gli agenti “sono intervenuti per sgomberare i dimostranti e ripristinare il traffico”.
Lunghe file si sono create all’aeroporto Ben Gurion, dove centinaia di passeggeri sono rimasti in attesa ai banchi del check-in.
IIl ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich ha anche affermato che i lavoratori che hanno aderito alla protesta non saranno pagati, precisando di aver ordinato al Tesoro di non pagare nessuno che aderisca allo sciopero generale indetto dall’Histadrut. Il ministro di estrema destra, che ha anche chiesto ai tribunali di fermare lo sciopero, ha anche accusato il presidente dell’Histadrut, Arnon Bar-David, di lavorare nell’interesse del leader di Hamas, Yahya Sinwar. “Mi dispiace che il presidente dell’Histadrut, invece di scegliere di sostenere lo Stato di Israele in questi tempi difficili contribuendo a rafforzare l’economia israeliana, sostenere le imprese e sostenere i riservisti, stia effettivamente realizzando il sogno di Sinwar”, ha affermato Smotrich in una dichiarazione. “Invece di rappresentare i lavoratori israeliani, sceglie di rappresentare gli interessi di Hamas”.
Sono centinaia i manifestanti radunati a Gerusalemme, a qualche centinaio di metri dalla residenza del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Lo riferiscono i media israeliani. I dimostranti chiedono un accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi tenuti prigionieri nell’enclave palestinese dall’attacco del 7 ottobre scorso di Hamas in Israele. “Le vostre decisioni stanno portando alla loro morte”, è il grido di Nissan Calderon, fratello di Ofer Calderon, uno degli ostaggi di Hamas.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu insiste ribadendo che non cederà sulla questione del ‘Corridoio Philadelphi’, tra la Striscia di Gaza e l’Egitto. “L’importanza del corridoio è cruciale per riportare a casa gli ostaggi e garantire che Hamas non costituisca più una minaccia”, ha detto durante una conferenza stampa. “Non ci ritireremo dal Corridoio Philadelphi – ha detto Netanyahu -. L’asse del male ha bisogno del Corridoio Philadelphi. Dobbiamo averne il controllo”. Nel suo intervento il premier israeliano ha rimarcato che “ci sono cose su cui non scendiamo a compromessi”.
Il ‘corridoio’ è una striscia di terra di 14 chilometri al confine tra Gaza ed Egitto, attualmente sotto il controllo dei militari israeliani. La presenza di forze israeliane lungo il ‘corridoio’ è uno dei punti di attrito nei difficili negoziati per un accordo tra Israele e Hamas che consenta il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi trattenuti nell’enclave palestinese. Hamas vuole il ritiro di Israele dal ‘corridoio’.
Ma, ha detto Netanyahu, se Israele non ne avesse il controllo Hamas “continuerebbe ad armarsi e si creerà un mostro”. “Hamas si ostina a non volerci lì e per questo motivo chiediamo ostinatamente di essere presenti perché ha insistito – la nostra presenza è una questione strategica”.
Le autorità sanitarie di Gaza hanno dichiarato che ieri un attacco aereo israeliano contro una scuola che ospitava sfollati palestinesi ha ucciso almeno 11 persone. Lo riporta il Guardian, aggiungendo che ci sarebbero molti feriti. L’esercito israeliano ha affermato che la sua aviazione ha colpito un centro di comando di Hamas nella scuola di Safad. “L’Iaf ha colpito i terroristi di Hamas che operavano all’interno di un centro di comando e controllo incorporato nell’area che in precedenza ospitava la scuola Safad a Gaza City”, ha affermato l’esercito in una nota.
Le forze israeliane hanno ucciso un uomo palestinese e un bambino che distribuivano cibo a Jenin nel corso dei raid che hanno ucciso 17 persone. Lo riferisce l’agenzia di stampa Wafa. I due sono stati uccisi ieri all’ingresso del villaggio di Kafr Dan, alla periferia della città di Jenin, ha precisato l’agenzia palestinese.
Hamas ha rivendicato la responsabilità del duplice attentato con autobombe avvenuto venerdì sera nella zona di Gush Etzion, in Cisgiordania, aggiungendo che i due terroristi uccisi erano membri del gruppo. In una dichiarazione, Hamas si assume la “piena responsabilità” dell’attacco, durante il quale un’autobomba è stata fatta esplodere in una stazione di servizio e una seconda auto è esplosa nell’insediamento di Karmei Tzur. Tre soldati e un agente della sicurezza locale sono rimasti feriti in modo lieve.
Le autorità sanitarie della Striscia di Gaza controllate da Hamas hanno stimato che più di 72.600 bambini palestinesi sono stati vaccinati contro la poliomielite il primo giorno della campagna di vaccinazione, lanciata dopo che era stato rilevato nell’enclave il primo caso della malattia in 25 anni nel mezzo dell’offensiva militare israeliana.
Il ministero della Sanità di Gaza ha indicato in un breve messaggio pubblicato su Facebook che “le équipe mediche del governatorato del Centro sono state in grado di vaccinare 72.611 bambini il primo giorno della campagna di vaccinazione d’emergenza contro la poliomielite a Gaza”.
La campagna, che mira a vaccinare contro la poliomielite in dodici giorni più di 640.000 bambini nell’enclave con la distribuzione in tre fasi di 1,3 milioni di dosi, è iniziata su larga scala ieri, anche se sabato i vaccini sono stati somministrati ai bambini presso l’ospedale Naser, nella città di Khan Yunis.
Una nave mercantile è stata colpita da due razzi a 70 miglia nautiche a nord-ovest di Saleef, nello Yemen. Lo ha comunicato la United Kingdom Maritime Trade Operations (Ukmto), aggiungendo che è in corso la verifica dei danni e che una terza esplosione è avvenuta nelle immediate vicinanze della nave, ma che non ci sono state vittime a bordo.