Sottosegretario Butti: “Digitale rivoluziona erogazione prestazioni”

(Adnkronos) – “La sanità digitale non è solo tecnologia. E’ una rivoluzione del modo di erogare le prestazioni sanitarie, un cambiamento radicale che coinvolge tutti noi: dai sanitari ai cittadini. Per la prima volta nella storia del nostro Servizio sanitario nazionale abbiamo accesso ai dati clinici di tutti gli italiani, creando condizioni straordinarie a vantaggio di chi soffre e dei professionisti che li assistono. Questo cambiamento va oltre alla tecnologia, rappresenta una nuova visione della sanità”. Lo ha detto Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, in un messaggio video al convegno sulla sanità digitale Connected Care organizzato da Fnopi, la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche, in corso a Bologna. 

“Stiamo costruendo un nuovo modello di sanità digitale che è fondato su tre pilastri principali – ha spiegato – Il Fascicolo sanitario elettronico (Fse 2.0), la telemedicina, l’intelligenza artificiale (Ai). Questi strumenti rappresentano le fondamenta di un sistema sanitario sicuramente più efficiente e accessibile. Al centro di questo sistema c’è l’ecosistema dei dati sanitari, ovvero uno strumento di interoperabilità federata che coinvolge Regioni e pubbliche amministrazioni in un ecosistema nazionale di condivisione dei dati clinici. La privacy è una priorità fondamentale. I dati clinici sono tra le informazioni in assoluto più sensibili. Stiamo investendo oltre 310 milioni di euro in competenze digitali, in formazione, in cultura digitale per preparare gli operatori sanitari a questa straordinaria sfida della digitalizzazione. Fse 2.0 e telemedicina sono fondamentali per potenziare la sanità territoriale con Ai che funge da acceleratore. L’Ai non sostituisce i professionisti sanitari – precisa – ma potenzia la loro capacità di diagnosi e trattamento, migliorando velocità e l’efficacia delle decisioni cliniche specialmente nella diagnostica per immagini e nella gestione delle malattie croniche”. 

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