(Adnkronos) – La Procura di Parma ha chiesto il carcere per Chiara Petrolini, la madre 21enne dei due neonati, sepolti nella casa dei suoi genitori a Traversetolo in provincia di Parma. Ha presentato appello contro l’ordinanza con cui nel settembre scorso il Gip aveva rigettato la richiesta di misura cautelare in relazione al reato di soppressione di cadavere e disposto gli arresti domiciliari per la madre 21enne. La giovane è accusata di omicidio volontario aggravato (per il rapporto di discendenza e per la premeditazione) e di soppressione di cadavere.
Con l’ordinanza del 19 settembre, infatti, il gip – pur condividendo la ricostruzione della Procura relativamente all’omicidio pluriaggravato del 7 agosto scorso e alla soppressione di cadavere del 12 maggio 2023, e ritenendo sussistenti le esigenze cautelari – disponeva gli arresti domiciliari per la Petrolini, rigettando di fatto la richiesta per quanto riguarda il seppellimento del neonato del 7 agosto, ritenendo il meno grave reato di occultamento di cadavere, invece, della soppressione di cadavere ipotizzata dal pm. Quanto, in particolare, al tipo di misura cautelare, il gip aveva ritenuto gli arresti domiciliari sufficienti a garantire le esigenze cautelari, sia perché si trattava della prima esperienza detentiva, sia in ragione del controllo che sarebbe stato esercitato dai familiari conviventi.
La Procura non ha condiviso questa impostazione del Giudice e con l’atto di appello – contestualmente confermando l’essenzialità e l’irrinunciabilità del principio della presunzione di innocenza – si è rivolta al Tribunale del riesame di Bologna chiedendo che il seppellimento del 7 agosto venga qualificato come soppressione di cadavere e per tutti i reati ipotizzati sia applicata la custodia cautelare in carcere. “In precedenza il Pm aveva presentato un appello contro l’ordinanza con la quale l’Ufficio il gip, il 2 settembre scorso, aveva rigettato la richiesta cautelare a suo tempo avanzata per il solo omicidio volontario aggravato del 7 agosto. Tuttavia – si legge nella nota firmata dallo stesso procuratore di Parma Alfonso D’Avino – poiché, nel frattempo, era stata adottata l’ordinanza cautelare del 19 settembre, la Procura aveva rinunciato a tale appello (essendo venuto a mancare l’interesse), per cui il Tribunale del riesame ha dichiarato inammissibile questo primo appello”.