Farmacologo Minotti: “Pirtobrutinib cambia pratica clinica linfoma mantellare”

(Adnkronos) – “Pirtobrutinib può essere definito un inibitore di Btk di nuova generazione e rappresenta un’importante innovazione all’interno di questa classe di farmaci per pazienti adulti con linfoma mantellare, tumore raro del sangue, ma anche uno dei linfomi più aggressivi. Questo farmaco che arriva in Italia dopo l’ok di Aifa, indicato per pazienti con linfoma mantellare che hanno già ricevuto due linee terapeutiche di cui una con un inibitore Btk di tipo covalente, cambia la pratica clinica della malattia”. Lo ha detto Giorgio Minotti, professore ordinario di Farmacologia all’Università e Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, durante una conferenza stampa – oggi a Roma – sui progressi nella cura della malattia.  

“Pirtobrutinib è indicato per il trattamento di pazienti adulti con malattia recidivata o refrattaria – spiega Minotti – E’ un farmaco indirizzato a una malattia molto impegnativa e nella quale però ha dato delle risposte veramente egregie e che si segnala per un meccanismo innovativo. Rispetto ad altri inibitori della Btk, che sono inibitori irreversibili, pirtobrutinib è un inibitore reversibile, quindi con un meccanismo d’azione molto più dinamico, molto più flessibile, che comunque continua da associarsi con una inibizione persistente del bersaglio molecolare”.  

La nuova terapia è indicata “in pazienti abitualmente piuttosto avanti con l’età – conclude Minotti – e che quindi molto spesso si presentano ai trattamenti con qualche morbidità cardiovascolare e metabolica, con una malattia linfoproliferativa impegnativa, che ha già avuto altre linee terapeutiche. Pirtobrutinib si inquadra in questo scenario come un farmaco che è efficace, perché interviene anche quando il paziente si è sganciato dalle linee precedenti, in aggiunta è tollerabile. Molte volte passare da un farmaco all’altro dipende dalla tollerabilità oltre che dalla presenza o meno dell’azione terapeutica. E’ quindi un farmaco che ha tutte le caratteristiche per ‘andare d’accordo’ con il paziente rispettandone la qualità di vita”.  

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