Pegasus, Snowden: “Con gli spyware nessun telefono sicuro”

I governi intervengano subito per fermare gli spyware altrimenti nel mondo nessun telefono sarà più sicuro. A lanciare l’allarme è Edward Snowden, l’informatico statunitense che ha rivelato al mondo lo scandalo dei programmi di sorveglianza di massa della National security agency (Nsa). Dopo le rivelazioni sul caso Pegasus, l’attività di spionaggio condotta da decine di paesi su migliaia di cellulari compresi quelli di molti politici, giornalisti, attivisti per i diritti umani e manager, Snowden definisce quella del malware come “un’industria che non dovrebbe esistere”.  

Ne parla in un’intervista al Guardian, una delle testate che ha realizzato lo scoop su Pegasus, partendo da una riflessione. Secondo Snowden, tra i maggiori rischi legati alla diffusione dello spyware vi è quello di una sorveglianza sempre più invasiva da parte delle forze di intelligence o di polizia. “Se possono fare la stessa cosa a distanza, con poco costo e nessun rischio, iniziano a farlo sempre contro tutti coloro che interessano anche marginalmente”, osserva. “Se non si fa nulla per fermare la vendita di questa tecnologia -aggiunge-, gli obiettivi non saranno più 50mila ma 50 milioni. E questo accadrà molto più rapidamente di quanto ognuno di noi si aspetti”.  

Nel caso di Pegasus, è stato possibile farlo anche approfittando del fatto che i sistemi di molti telefoni cellulari delle persone coinvolte fossero identici tra loro: “Parliamo di telefoni che hanno lo stesso software in tutto il mondo. Quindi, se trovano il modo per hackerarne uno, hanno trovato il modo per hackerarli tutti”.  

“E’ come un’industria che produce solo varianti del covid per schivare i vaccini. I loro unici prodotti sono vettori di infezione. Non sono prodotti per la sicurezza. Non forniscono alcun tipo di protezione. Non producono vaccino, l’unica cosa che vendono -sottolinea- è il virus”. A peggiorare il quadro, secondo Snowden, è il fatto che malware commerciali come quello di Pegasus sono così potenti che la gente comune non ha alcuna arma per difendersi: “Cosa possono fare le persone per proteggersi dalle armi nucleari? Ci sono industrie da cui non c’è protezione ed è per questo che bisogna limitare la proliferazione di queste tecnologie. Non dobbiamo permettere di commerciare in armi nucleari”. 

(Adnkronos)