“Uno dei temi fondamentali del terzo congresso della Si-Guida è l’algodistrofia. Quest’ultima è considerata una malattia rara, in realtà non è così rara perché bisogna tenere in considerazione che probabilmente una frattura di polso su tre esita in algodistrofia”. Così Giovanni Iolascon, ortopedico e fisiatra e Direttore esecutivo della Società Italiana per la Gestione Unificata ed Interdisciplinare del Dolore muscolo-scheletrico e dell’Algodistrofia (Si Guida), in occasione dell’apertura del terzo congresso nazionale della Società, in corso a Roma.
“L’algodistrofia è una patologia cronica dolorosa per la quale le estremità dell’arto sono talmente dolenti che il paziente ha difficoltà ad effettuare qualsiasi movimento e a tollerare le attività della vita quotidiana. Nel nostro congresso – ha dichiarato Iolascon – affronteremo questa patologia non solo dal punto di vista delle novità diagnostiche e classificative della malattia ma soprattutto dal punto di vista terapeutico. Oggi in Italia infatti è stato creato e prodotto un farmaco che ha questa specifica indicazione, cioè la cura dell’algodistrofia. Si tratta del neridronato, prodotto da un’azienda italiana, che ha avuto l’autorizzazione dell’Aifa e per il quale vi è anche la rimborsabilità”.
“Le persone quindi che hanno la diagnosi di algodistrofia, certificata da ambulatori dedicati, possono giovarsi dell’uso di questa molecola che riduce in maniera significativa l’impatto della malattia nella persona affetta. In questo congresso illustreremo i primi risultati e sarà presentata una nuova formulazione della molecola che non sarà più somministrata solo per endovena ma anche per via intramuscolare. Quest’ultima è una modalità molto più semplice. Negli ultimi due anni di pandemia, pur avendo a disposizione la molecola, il fatto che il paziente per essere curato dovesse andare a fare le flebo in ospedale ha costituito un limite. Oggi, con la presentazione dei dati sull’efficacia della molecola anche per via intramuscolare – ha sottolineato – daremo spazio a questa nuova modalità di somministrazione che permetterà un utilizzo molto più estensivo. Nel caso ci fossero ancora delle limitazioni nell’accesso all’ambiente ospedaliero a causa del Covid, la possibilità di avere la somministrazione domiciliare con un’iniezione intramuscolo faciliterà la cura della malattia per tutte le persone che ne sono affette”.