Dieci anni senza Steve Jobs. Il genio e la mente di Apple moriva infatti a soli 56 anni il 5 ottobre 2011, ucciso da un cancro al pancreas. Da un piccolo garage aperto insieme al socio Steve Wozniak – che nel tempo ne ha però ridimensionato il mito -, Jobs ha conquistato innovazione dopo innovazione la Silicon Valley: prima, molto prima di iPhone, iPad ed Apple Store come luoghi di culto informatico, Jobs sfidava il diretto concorrente Bill Gates con il primo personal computer dotato di mouse – il Macintosh – passando poi per la rivoluzione dell’iPod e di iTunes. Inventore di una nuova concezione della telefonia mobile che ha unito tecnologia avanzata e design, il genio di Apple nel corso degli anni – e ancora in vita – è riuscito anche nell’impresa di diventare un’icona a sua volta, riconoscibile e riconosciuto nell’immancabile completo fatto da un semplice dolcevita nero e jeans chiari. “Stay Hungry. Stay Foolish”, “siate affamati, siate folli”, la celebre frase pronunciata in chiusura dello storico discorso all’Università di Stanford il 12 giugno 2005 e incoraggiamento accorato ai giovani laureati di allora che iniziavano “una nuova vita” mentre la sua, già allora, era stata sconvolta dalla notizia del cancro. “Ricordarsi che morirò presto è il più importante strumento che io abbia mai incontrato per fare le grandi scelte della vita”, spiegava dal palco, perché “quasi tutte le cose, tutte le aspettative di eternità, tutto l’orgoglio, tutti i timori di essere imbarazzati o di fallire, semplicemente svaniscono di fronte all’idea della morte, lasciando solo quello che c’è di realmente importante. Ricordarsi che dobbiamo morire è il modo migliore che io conosca per evitare di cadere nella trappola di chi pensa che avete qualcosa da perdere. Siete già nudi – l’invito -. Non c’è ragione per non seguire il vostro cuore”. Se anni più tardi l’addio al mondo.
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