Matteo Salvini prova a ‘circoscrivere’ il problema della delega fiscale. “Basta intervenire sull’articolo 7, comma 32, lettere A e B” sulla rendita attualizzata della casa e sull’adeguamento periodico del valore patrimoniale. Facendo capolino dai suoi uffici del Senato, il leader della Lega prova a offrire la sua soluzione, dopo lo strappo di ieri con il governo, con i suoi ministri che hanno disertato il Cdm.
Le parole del leghista sembrano le stesse di ieri (“Non siamo il partito delle tasse e su questo diciamo no anche a Draghi”), ma – è la novità – Salvini butta la palla nel ‘campo parlamentare’, convinto che senatori e deputati siano in grado di poter correggere l’errore: far fuori dalla delega lo spinoso tema della riforma del catasto “che è una patrimoniale mascherata”. Da qui la ‘precisazione’, che ha il sapore di una frenata ma anche di un monito: Pd, M5s, Giorgetti e Meloni, assicura il numero uno di via Bellerio, sappiano che “noi non lasciamo il governo, se mai escano Letta e Conte”.
Mario Draghi prende atto della correzione di tiro di Salvini (“Ieri o l’altro ieri ho detto ‘chiedete a Salvini se ci sarà una crisi’, oggi Salvini ha detto che la partecipazione della Lega non è discussione”) e attende riscontri concreti, senza risparmiare una frecciatina all’indirizzo del Capitano: “l’azione del governo non può seguire il calendario elettorale ma quello del negoziato con la Commissione Ue per il Pnrr”. Il premier rinvia tutto a un faccia a faccia per chiarirsi: “con Salvini ci vedremo nei prossimi giorni”.
Nel pomeriggio, dopo avere ascoltato il premier dalla Slovenia, Salvini fa sapere di apprezzare il passaggio dove si ribadisce che l’esecutivo non vuole tassare la casa degli italiani. “Bene Draghi contro patrimoniale e nuove tasse sulla casa, adesso il Parlamento in Aula tolga ogni accenno a riforma del Catasto che preluda a nuove tasse sulla casa”, aggiungono fonti di via Bellerio, ribadendo il concetto espresso in mattinata dal leader.
Una operazione che Salvini affida all’orgoglio degli eletti. “Sono ottimista – dice – conto che il Parlamento rispetti il mandato che ha avuto”. Un cambiamento di prospettiva, a meno di 24 ore, quando solo ieri, Salvini aveva detto che il pacchetto di delega fiscale era una polpetta avvelenata, che non si poteva più modificare. Per questo inaccettabile.
E a Draghi, dopo aver aperto il campo a una soluzione parlamentare, Salvini però chiede di dare un segnale sulle cartelle esattoriali. “Glielo chiedo personalmente – dice ai giornalisti – si faccia carico di 120 milioni di cartelle esattoriali che stanno per stritolare famiglie e aziende”.