Vaccino Johnson & Johnson, quanto dura. Richiamo mRna: circolare

Richiamo con vaccino mRna – Pfizer o Moderna – per chi ha ricevuto il vaccino anti covid Johnson & Johnson. La dose booster – che il Lazio è già pronto a somministrare – va iniettata ad almeno 6 mesi dall’inoculazione del vaccino della Janssen, che garantisce una risposta immunitaria fino a 8 mesi e protegge dalla malattia grave per almeno 6 mesi. Arriva la circolare del ministero della Salute e stabilisce che “tutti i soggetti vaccinati da almeno sei mesi (180 giorni) con una unica dose di vaccino Janssen potranno ricevere una dose di richiamo con vaccino a m-Rna nei dosaggi autorizzati per il booster (30 mcg in 0,3 mL per Comirnaty di Pfizer/BioNTech; 50 mcg in 0,25 mL per Spikevax di Moderna)”. 

Recepita quindi l’indicazione della Commissione tecnico scientifica dell’Aifa, l’agenzia del farmaco: l’organismo ha ritenuto che “per i soggetti vaccinati con Covid-19 Janssen sia opportuna la somministrazione di una dose booster eterologa con vaccino a mRna (nei dosaggi autorizzati per la dose booster) a partire da 6 mesi dalla prima dose”. 

“Può essere considerata una strategia consolidata per la maggior parte dei vaccini – si legge in una nota Aifa – l’opportunità di prevedere una dose di richiamo appare supportata da un solido razionale. Le evidenze più recenti confermano l’efficacia di una dose booster (soprattutto con vaccino a mRna) nel potenziare la risposta immunitaria al vaccino Covid-19 Janssen”. 

Negli ultimi giorni, si è discusso della protezione garantita dal vaccino monodose, complici alcune dichiarazioni relative ad una ‘copertura’ di appena 2 mesi. “I dati disponibili indicano una sostanziale stabilità della risposta immunitaria, sia umorale che cellulare, fino a 8 mesi dalla somministrazione di una dose di vaccino Janssen 

Anche la protezione nei confronti di malattia grave, ospedalizzazione o morte risulta sostanzialmente stabile fino ad almeno 6 mesi dalla vaccinazione”, ha rilevato la Cts dell’Aifa, “sulla base dell’approfondita istruttoria”. “Allo stesso tempo, tuttavia, con il passare dei mesi si osserva un lento declino dell’efficacia vaccinale – si sottolinea – nei confronti delle forme lievi/moderate di malattia”. 

Il Lazio è pronto “per la somministrazione del richiamo a 180 giorni” del vaccinoJohnson & Johnson “da subito presso i medici di medicina generale ed entro 48 ore prenotandosi sul portale regionale e nelle farmacie”. L’operazione “interessa una platea di circa 200mila persone”, sottolinea l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, nel quotidiano bollettino Covid. 

La dose booster è destinata ad essere approvata anche per altri vaccini. ”Il Cts di Aifa ha deciso di suggerire l’opportunità di un richiamo vaccinale, cioè una dose booster, dopo sei mesi dall’effettuazione del ciclo vaccinale completo con J&j per i soggetti vaccinati. Si è ragionato di aprire alla possibilità di una dose booster per i vaccinati con altri vaccini: Sputnik o Sinovac avranno questa opportunità e questa possibilità”, ha detto al Tg1 Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa.  

Intanto, news sul vaccino russo Sputnik. La versione ‘light’ “dimostra un alto profilo di sicurezza e induce una forte risposta immunitaria anticorpale e cellulare” secondo uno studio del Centro Gamaleya, pubblicato su ‘Lancet’ e promosso da dal fondo sovrano Russian Direct Investment Fund (Rdif). La maggior parte delle reazioni avverse osservate durante lo studio “sono state lievi o moderate. Non sono stati rilevati eventi avversi gravi”. 

Lo Sputnik Light “è un vaccino ‘one-shot’ ovvero con un’unica somministrazione ed è stato autorizzato in più di 15 paesi”, sottolinea il Centro Gamaleya sul proprio sito ricordando come precedenti analisi “hanno dimostrato che Sputnik Light, somministrato da solo, ha un’efficacia del 70% contro l’infezione dalla variante Delta durante i primi tre mesi dopo la vaccinazione”. L’efficacia dello Sputnik Light, “come richiamo contro la variante Delta per altri vaccini, dovrebbe essere vicina a quella del vaccino Sputnik V contro la variante Delta: oltre l’83% per l’infezione e oltre il 94% per il ricovero”. 

 

(Adnkronos)