“Una storia di famiglia che ha fatto la storia dell’alluminio in Italia. Quattro generazioni di industriali. E un segreto. Quindi, quando Solferino, la casa editrice che ha pubblicato il mio libro ‘Oro Grigio. I signori dell’alluminio’, mi ha chiesto di scrivere la storia del nostro gruppo industriale, ho accettato subito. Perché ritengo che certi aneddoti, accadimenti, e ricordi vadano lasciati in eredità ai nostri nipoti. E a coloro che vogliono intraprendere il mestiere più bello del mondo, quello dell’imprenditore”. Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, l’industriale Paolo Agnelli, spiega le motivazioni che lo hanno spinto a scrivere il libro che racconta il ‘viaggio’ della sua famiglia e della sua azienda, attraverso tre secoli di storia d’Italia.
Italia, che secondo l’industriale, che presenterà oggi il libro a Roma alle ore 18 presso Palazzo Ferrajoli – Piazza Colonna, dialogando con Paolo Mieli e la senatrice Alessandra Gallone, “avrebbe oggi bisogno delle stesse forti motivazioni che si avevano all’epoca. Purtroppo, non vedo la stessa determinazione e passione per poter crescere. E non vedo la stessa unità di intenti che legava datore di lavoro e collaboratori”.
Forse, perchè osserva Agnell, “certamente i bisogni del secolo scorso erano necessariamente più motivanti. C’era una vera e propria ‘fame’. Oggi i bisogni vengono considerati un problema di altri, che si deve risolvere tramite il diritto”.
Ma Agnelli, che è anche presidente di Confimi Industria, un analogia tra L’Italia di oggi e quella del passato la ‘vede’. “Prima -sottolinea- era tutto da inventare. Oggi, al tempo stesso, è tutto da cambiare. L’impegno necessario è simile. E penso alla quarta generazione della mia famiglia e alle sfide che sta e dovrà affrontare. Si tratta di una moderna ‘guerra economica’ fatta di politiche protezionistiche e dazi, economia circolare e transizione ecologica, il risiko delle materie prime e i prezzi delle stesse e quelli dell’energia”.
E il libro, secondo Agnelli, può essere utile ai giovani di oggi perchè “dà il messaggio che ‘tocca muoversi’. Il libro -spiega- prende vita parlando di un ragazzo, mio nonno, Baldassare Agnelli, che nella Milano del 1894 perde tutto, all’improvviso: i genitori, l’osteria che gestivano a porta Ticinese, la possibilità di mantenere sé stesso e i suoi cari. A soli dodici anni e si adatta a fare i mestieri più disparati. Diplomatosi orafo cesellatore, si rivolge a uno dei più prestigiosi orafi della città che non solo lo prende a bottega ma lo manda in viaggio di lavoro nei Balcani”, ricorda Agnelli.
E qui arriva, secondo Agnelli, il parallelismo con i ‘Millenials’ di oggi. “Il viaggio che mio nonno ha fatto in Montenegro, ad esempio, altro non è che uno stage internazionale per perfezionarsi. E tornare in Italia con un nuovo metallo e un know how acquisito è di certo un vantaggio”.
Ma il libro racconta anche i cambiamenti negli anni nel mondo del lavoro e dell’impresa. “Il cambiamento più tangibile -sottolinea Agnelli- rispetto a quando ho iniziato io, 50 anni fa, è il fattore velocità. Di trasmissione, di risposta, di consegna, di servizio. Volendo banalizzare o meglio semplificare prima le aziende lavoravano sul magazzino, oggi si lavora sul “just in time”. Questo ha trasformato il modo di fare impresa e il mondo delle relazioni che vi girano attorno”, spiega ancora.
E Agnelli ricorda un aneddoto contenuto nel libro. “Mio padre, e si trovano nel libro alcuni estratti, era solito scrivere lettere commerciali ai propri clienti e hanno tutte un tratto iniziale personale e umano. Poi, in seconda battuta, si entrava nel dettaglio degli ordini e delle commesse. Oggi cerchiamo di mantenere questo rapporto ma al posto delle lettere usiamo messaggi da 160 caratteri”, conclude.
(di Fabio Paluccio)