“Con l’energia che è diventata un bene di lusso e un’ordinanza unica in Europa che vieta l’ingresso nel Paese, mi domando se qualcuno pensi ancora che il turismo sia uno dei motori della nostra economia in grado di dare un contributo fondamentale al Pil nazionale”. Così Massimiliano Schiavon, presidente di Federalberghi Veneto, esprima la sua preoccupazione per la recente ordinanza del governo che riguarda le nuove modalità di ingresso nel Paese.
“Mi rendo conto che le situazioni siano diverse da zona a zona, tuttavia, dopo due anni di emergenza mi aspetto un governo capace di dare un minimo di programmazione a chi lavora e investe e non vede altro che aumenti di aliquote fiscali, zero ristori, zero incentivi, e zero idee per il futuro. Siamo consapevoli dell’emergenza, ma allora bisogna lavorare nell’interesse di tutte le categorie. Oggi scopriamo dai giornali che l’Italia è in Europa con regole non condivise con l’Europa. E allora mi domando se si sia consapevoli di quello che sta succedendo. Questa categoria negli ultimi due anni è stata massacrata: dal Covid, dalle misure emergenziali che non ci hanno riguardato, dalla incapacità di capire prima quello che sarebbe successo poi”.
“Allora, delle due l’una: o ci mettiamo di buona lena a capire come andare avanti, oppure è evidente che stiamo andando di corsa contro un muro fermo a 100 metri. Non manca molto: con il settore della montagna appena partito e che si tiene in un fragilissimo equilibrio solo grazie al turismo nazionale, ma che guarda con molta preoccupazione alla ripresa del turismo internazionale del dopo Natale, e le città d’arte che praticamente dipendono in questi ultimi mesi solo da quello estero di prossimità, questo ulteriore impedimento che si aggiunge a quello dei vaccini non riconosciuti dei paese dell’Est, mina seriamente la speranza di una ripresa di tutto il settore, indotto compreso”.