“La discriminazione fra studenti vaccinati, che potranno rimanere in classe e non vaccinati, che dovranno andare in Dad, è inaccettabile. Personalmente se dovesse capitare nelle mie classi, per protesta non farò lezione, rimanendo in aula a discutere della (in)costituzionalità di questo provvedimento governativo e di cosa fare per contrastarlo”. Il fronte del dissenso sul nuovo protocollo per la gestione dei contagi negli istituti scolastici, con divisione tra studenti vaccinati e non vaccinati con soglia a 12 anni, prende corpo alla base in iniziative concrete lanciate sui social come la ‘proposta di sciopero bianco contro la discriminazione degli studenti no vax’, lanciata in una chat della Rete nazionale scuole in presenza, visionata dall’Adnkronos, in cui si legge: “Eventualmente, se siamo in un certo numero, sono pronto a iniziare anche uno sciopero della fame di protesta”.
Corale la risposta dei follower del gruppo, prof e genitori “pronti a manifestare con lo sciopero della fame”, che invocando il “tutti o nessuno” sollecitano: “Rete nazionale Scuola in presenza dovrebbe promuovere qualche manifestazione”; “Occorre che una organizzazione nazionale assuma l’iniziativa”. “Il vero potere è in mano a chi gestisce le informazioni e rende note certe azioni, prese di posizione – scrive un partecipante – Bisognerebbe manifestare e manifestare in tanti. E i ragazzi in prima linea per difendere il loro futuro. Come Fatto l’anno scorso contro la Dad” perché “fanno come sempre pagare ai ragazzi, pur non avendo fatto nulla di diverso rispetto ad un anno fa….”. E così via.