“Il virus influenzale può essere pericoloso per pazienti cardiopatici: agisce infatti sull’apparato cardiovascolare attraverso vari meccanismi, il più importante è quello dell’infiammazione che può causare una instabilizzazione sui vasi delle placche aterosclerotiche e, conseguentemente, una rottura di queste placche favorendo l’infarto del miocardio, non a caso c’è un incremento molto marcato di casi di infarto durante la fase più acuta dell’epidemia influenzale”.
Così all’Adnkronos Salute Massimo Volpe, presidente della Siprec (Società italiana per la prevenzione cardiovascolare) fa il punto sul legame tra virus influenzale e cardiopatici.
“L’influenza – spiega Volpe – determina un peggioramento nei soggetti che hanno scompenso cardiaco, malattie valvolari o del miocardio. E ancora: attraverso un peggioramento legato ai sintomi respiratori, un’insufficiente respirazione causa un ridotto apporto di ossigeno e, di conseguenza, l’apparato cardiovascolare ne risente”.
Secondo il cardiologo, occorre fare in modo che “l’influenza non si confonda con l’infezione da Sars-CoV-2 che determina accessi ospedalieri di malati cardiopatici, ricoveri che possono poi evolvere in tante direzioni. Questo è il motivo per cui noi cardiologi suggeriamo ai nostri pazienti di sottoporsi alla vaccinazione anche contro l’influenza, ancor più in questo momento con una pandemia ancora in atto”.
Ma se l’influenza, secondo l’esperto, “può dare luogo più frequentemente a processi infiammatori a carico del miocardio e del pericardio, non a caso talvolta l’influenza viene associata a miocardite e pericardite, più raramente nelle persone che non hanno una malattia aterosclerotica coronarica o uno scompenso cardiaco si realizzano delle situazioni acute”. Tuttavia, molte persone che “si considerano sane hanno tanti fattori di rischio cardiovascolare: diabete, ipertensione, ipercolesterolemia. Queste persone rappresentano una fascia molto larga di popolazione sana ma in realtà è si tratta di una popolazione che non ha avuto una diagnosi di malattia cardiovascolare ma che comunque costituisce un profilo di rischio piuttosto alto”.
Anche chi non è cardiopatico ma fa i conti con diabete, valori alti di pressione arteriosa e colesterolo, per Volpe deve fare attenzione alla prevenzione. “La vaccinazione antinfluenzale è ormai collaudata, sicura, efficiente e dà pochissimi effetti collaterali. Da anni si conferma strumento importante soprattutto nel periodo che precede il classico picco del virus stagionale, ovvero il periodo che va da metà gennaio a metà marzo” conclude Volpe.