La Valle d’Aosta rischia la zona rossa e il governatore Erik Lavevaz scrive al ministro della Salute, Roberto Speranza, per chiedere “un minimo margine di tolleranza” nella valutazione dei dati collegati al covid. Secondo i numeri diffusi dall’Agenas e aggiornati al 18 gennaio, in relazione ai ricoveri la Valle d’Aosta ha superato le soglie per il passaggio in zona rossa. Il tasso di occupazione delle terapie intensive è al 24%, quello dei reparti di area medica al 57%.
“Le scrivo per formalizzare la proposta della Regione autonoma Valle d’Aosta per inserire un minimo margine di tolleranza nei calcoli rispetto alla collocazione dei territori italiani nelle diverse fasce di rischio”, scrive Lavévaz nella lettera inviata a Speranza.
“La situazione attuale, con la Valle d’Aosta unica ‘zona arancione’ sul territorio nazionale, è frutto di una distorsione legata ai piccoli numeri della nostra realtà – spiega il presidente – . Con i 33 posti disponibili in terapia intensiva, ciascun caso di ricovero porta a un incremento del 3% dell’occupazione totale: si tratta di un’evidente distorsione, che con le norme in vigore può avere conseguenze gravissime per tutto il sistema regionale”.
Attualmente – chiarisce Lavévaz -, “il sistema sanitario valdostano offre il più alto numero di posti in terapia intensiva rispetto alla popolazione” ma “nonostante questo, un incremento di 4 casi può portare la Valle d’Aosta dalla zona gialla (6 ricoveri, pari al 18%) alla zona rossa (10 ricoveri, pari al 30,1%). Anche eventi accidentali o puntuali porterebbero a ingiustificati cambiamenti di scenario, con gravi ripercussioni sul tessuto socio-economico”.
“Proponiamo quindi – afferma – che nelle regole di conteggio delle occupazione dei reparti venga inserito un margine di tolleranza pari a un piccolo numero di ricoveri, in modo da evitare che distorsioni statistiche abbiano conseguenze sostanziali nella valutazione. Chiediamo che venga consentito un margine di almeno 5 ricoveri per la terapia intensiva e di 20 per l’area medica che possano essere esclusi dai calcoli per l’occupazione”, rimarca il presidente spiegando che “la presente proposta viene avanzata in continuità con la richiesta della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di andare verso una sostanziale revisione del sistema dei “colori” per le regioni, evidenziando un’ulteriore necessità legata a ogni forma di parametrazione per contesti con numeri limitati”.