(Adnkronos) –
L’area dell’Emilia Romagna dove si sono registrati i due eventi sismici di ieri sera “è a media pericolosità”, dunque non “alta pericolosità come nell’Appennino Centrale” ma comunque “soggetta a scosse come quelle registrate nel 2012 in provincia di Rimini”.
A spiegarlo, intervistato dall’Adnkronos, è il Direttore dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell’Ingv, Salvatore Stramondo, riguardo le due scosse di terremoto registrate ieri sera in provincia di Reggio Emilia e a Correggio. Stramondo sottolinea che “le due scosse di ieri sono avvenute in un’area distante tra i 20 ed i 40 chilometri dalle sequenza scosse del maggio 2012. Non siamo esattamente in quell’area ma siamo prossimi” chiarisce. Stramondo spiega che “l’area interessata dalle due cosse di ieri è a pericolosità media ma non è pericolosità bassa. Quindi è bene trattare con la dovuta attenzione questo territorio soggetto ad eventi sismici di rilievo anche se, è bene chiarirlo, non parliamo di un’area ad alta pericolosità come l’Appennino Centrale, zona tristemente nota per i terremoti de L’Aquila e di Amatrice rispettivamente accaduti nel 2009 e nel 2016”. “Ricorderei che i terremoti non si possono prevedere ad oggi, ma – avverte- è molto cresciuta la nostra capacità a studiare, conoscere ed analizzare i terremoti del passato che comunque ci danno una indicazione importante sulla natura sismica del territorio”. Analizzando le due scosse registrate ieri, Stramondo ricorda che “sono state di magnitudo locale (Ml) 4.0 e 4.3, che corrispondono ad una stima immediata che diamo ai terremoti, e di magnitudo momento Mw 4.2. che è la stima più di dettaglio che facciamo quasi subito dopo un sisma”. Il Direttore dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell’Ingv ricorda inoltre che “quest’area il 15 ottobre del 1996 è stata interessata da diverse scosse di cui la maggiore è stata pari a 5.4 di magnitudo momento, cioè una scossa che già produce danni”. “In quell’occasione ci furono oltre 100 eventi sopra magnitudo 2.5 e vari eventi di magnitudo fra 4.0 e 4.6. Quindi ciò che è accaduto ieri sera in questa zona non è né nuovo né raro”.
I due eventi sismici registrati dalla Rete Sismica Nazionale alle ore 19,55 e alle ore 21 del 9 febbraio 2022, “sono avvenuti in un’area di compressione fra due placche” osserva il Direttore dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell’Ingv. “Qui – spiega ancora Stramondo – siamo in un’area, la Pianura Padana, che fa parte della Placca Adriatica, e più in generale della Placca Africana, e questa Placca Adriatica è in subduzione verso Nord mentre a Sud ci sono gli Appennini che si spingono su questa stessa placca. Quindi c’è un meccanismo di compressione, le due placche premono l’una verso l’altra e, localmente, questo meccanismo di compressione si esplica nelle faglie dove si verificano eventi come quello di ieri”. “E’ come se due mani premessero una contro l’altra e venisse rilasciata energia: ecco questo è il meccanismo sismico alla base dei due eventi di ieri” chiarisce il Direttore dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell’Ingv. (di Andreana d’Aquino)