ROMA (ITALPRESS) – Si è svolto, presso il Tempio di Adriano, il convegno “Il ruolo sociale e strategico dell’industria farmaceutica italiana. Ricerca scientifica, innovazione, sviluppo e occupazione”, organizzato dalle 13 imprese Farmaceutiche a capitale italiano, aderenti a Farmindustria, le FAB13.
Il settore farmaceutico è un asset strategico per l’economia Italiana: il governo Draghi ha inserito tra i suoi obiettivi l’incremento degli investimenti nel settore, ma seguito da azioni politiche contraddittorie che se confermate porterebbero ad una compressione dell’industria farmaceutica nazionale, che creerebbe una ulteriore dipendenza italiana dall’estero. Riduzione del Patent Box; indebolimento della privativa industriale con il DDL sulla Concorrenza che se approvato permetterà il rimborso di specialità equivalenti prima della scadenza brevettuale; la revisione del prontuario con il criterio della sovrapponibilità terapeutica; alterazione dei canali distributivi regionali a scapito in particolare delle imprese nazionali.
L’incremento dei costi delle materie prime ed i rincari dell’energia che determinano onerosità produttive fuori controllo, a differenza di altri settori industriali, non possono essere ribaltate sui prezzi finali dei farmaci, che sono imposti e regolati.
All’interno del settore farmaceutico Italiano che produce 34 miliardi annui di farmaci da esportare, le FAB13 si distinguono per sedi e stabilimenti produttivi in Italia: 1,2 miliardi di investimenti annui in Italia, pagamento delle imposte nel Paese sebbene il 70% delle vendite siano estere. Con la loro occupazione le FAB13 si confermano traino per l’economia nazionale grazie a una filiera integrata che si è sviluppata in decenni e la crisi pandemica ci ha fatto capire l’importanza di avere le produzioni in Italia.
Le 13 aziende farmaceutiche a capitale italiano sono: Abiogen Pharma (Pisa); Alfasigma (Bologna); Angelini Pharma (Ancona); Chiesi Farmaceutici (Parma); Dompè Farmaceutici (Milano); I.B.N Savio (Pomezia RM); Italfarmaco (Milano); Kedrion (Lucca); Menarini (Firenze); Molteni (Firenze); Mediolanum farmaceutici (Milano); Recordati (Milano); Zambon (Milano).
Le FAB13, che nel 2020 hanno fatturato circa 12,5 miliardi di euro, sono aziende a prevalente controllo familiare, con sedi e produzioni in Italia.
Il mercato estero rappresenta il 70% delle vendite, laddove la media dell’industria farmaceutica si ferma al 40% circa. Nel 2020 l’occupazione complessiva è stata di oltre 44.500 unità, cresciuta a livello globale di quasi 1.000 unità (+2,2%) nonostante la crisi. In termini occupazionali, l’impatto complessivo sul sistema economico è di oltre 60mila addetti.
Nel periodo 2010-2020 sono stati investiti 8,5 miliardi di euro: nel 2020 la cifra complessivamente stanziata dalle FAB13 è oltre i 1,2 miliardi di euro di investimenti in ricerca e sviluppo.
Le Fab13 hanno progetti di investimento nei prossimi 36 mesi per quasi 3 miliardi di euro.
(ITALPRESS).
Il settore farmaceutico è un asset strategico per l’economia Italiana: il governo Draghi ha inserito tra i suoi obiettivi l’incremento degli investimenti nel settore, ma seguito da azioni politiche contraddittorie che se confermate porterebbero ad una compressione dell’industria farmaceutica nazionale, che creerebbe una ulteriore dipendenza italiana dall’estero. Riduzione del Patent Box; indebolimento della privativa industriale con il DDL sulla Concorrenza che se approvato permetterà il rimborso di specialità equivalenti prima della scadenza brevettuale; la revisione del prontuario con il criterio della sovrapponibilità terapeutica; alterazione dei canali distributivi regionali a scapito in particolare delle imprese nazionali.
L’incremento dei costi delle materie prime ed i rincari dell’energia che determinano onerosità produttive fuori controllo, a differenza di altri settori industriali, non possono essere ribaltate sui prezzi finali dei farmaci, che sono imposti e regolati.
All’interno del settore farmaceutico Italiano che produce 34 miliardi annui di farmaci da esportare, le FAB13 si distinguono per sedi e stabilimenti produttivi in Italia: 1,2 miliardi di investimenti annui in Italia, pagamento delle imposte nel Paese sebbene il 70% delle vendite siano estere. Con la loro occupazione le FAB13 si confermano traino per l’economia nazionale grazie a una filiera integrata che si è sviluppata in decenni e la crisi pandemica ci ha fatto capire l’importanza di avere le produzioni in Italia.
Le 13 aziende farmaceutiche a capitale italiano sono: Abiogen Pharma (Pisa); Alfasigma (Bologna); Angelini Pharma (Ancona); Chiesi Farmaceutici (Parma); Dompè Farmaceutici (Milano); I.B.N Savio (Pomezia RM); Italfarmaco (Milano); Kedrion (Lucca); Menarini (Firenze); Molteni (Firenze); Mediolanum farmaceutici (Milano); Recordati (Milano); Zambon (Milano).
Le FAB13, che nel 2020 hanno fatturato circa 12,5 miliardi di euro, sono aziende a prevalente controllo familiare, con sedi e produzioni in Italia.
Il mercato estero rappresenta il 70% delle vendite, laddove la media dell’industria farmaceutica si ferma al 40% circa. Nel 2020 l’occupazione complessiva è stata di oltre 44.500 unità, cresciuta a livello globale di quasi 1.000 unità (+2,2%) nonostante la crisi. In termini occupazionali, l’impatto complessivo sul sistema economico è di oltre 60mila addetti.
Nel periodo 2010-2020 sono stati investiti 8,5 miliardi di euro: nel 2020 la cifra complessivamente stanziata dalle FAB13 è oltre i 1,2 miliardi di euro di investimenti in ricerca e sviluppo.
Le Fab13 hanno progetti di investimento nei prossimi 36 mesi per quasi 3 miliardi di euro.
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