(Adnkronos) –
E’ una posizione “negoziabile” quella della Turchia riguardo l’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato. Lo afferma in un’intervista all’Adnkronos l’ex ambasciatore italiano ad Ankara, Carlo Marsili, dopo le dichiarazioni di Recep Tayyip Erdogan contro la possibile adesione dei due Paesi scandinavi all’Alleanza Atlantica.
“Non sono sorpreso da questa presa di posizione di Erdogan”, premette l’ambasciatore ricordando come “da molti anni” l’amministrazione turca sia “molto critica” soprattutto nei confronti della Svezia per aver dato asilo a parecchi esponenti del Pkk e più recentemente all’ala siriana dell’organizzazione. “Questa polemica risale ai tempi addirittura di Olof Palme (l’ex primo ministro svedese negli anni Settanta)”, prosegue Marsili, secondo cui Erdogan, dal momento che la Nato riconosce il Pkk come organizzazione terroristica, non vuole l’ingresso della Svezia “in modo indolore”.
Si tratta di una maniera per trattare e ottenere un vantaggio anche su altri tavoli, spiega Marsili, ma non solo. Nelle stanze del governo di Ankara, argomenta l’ambasciatore, tiene banco sempre la questione dei rapporti da salvaguardare con Mosca ed “Erdogan non ritiene opportuno che Svezia e Finlandia entrino in questo momento per una posizione di riguardo nei confronti della Russia. Avverte che la Russia reagirebbe male e assume questa posizione” anche per ribadire quella “neutralità” che ha cercato di assumere “soprattutto nell’ultimo periodo del conflitto”. Non si può ancora parlare di veto turco, precisa Marsili, dal momento che la richiesta di adesione di Helsinki e Stoccolma non è ancora ufficiale.
Secondo Marsili, Ankara potrebbe trattare con la Svezia, nel cui Parlamento siedono deputati di origine curda, sul fatto che possa almeno in parte rivedere la sua posizione così bendisposta nei confronti non solo del Pkk, ma anche dei gulenisti e di tutta “una serie di personaggi che la Turchia ritiene terroristi. E’ difficile che la Svezia cambi linea, ma la trattativa ci sarà. La Turchia, grazie al diritto di veto, ha in questo momento una posizione di forza che non la rende simpatica agli altri, favorevoli all’ingresso dei due Paesi – afferma – Ma le riserve turche peseranno in qualche modo”.
E anche se il ruolo di negoziatrice della Turchia nel conflitto ucraino è “più difficile” e Ankara sta “arrancando”, Marsili sostiene che in ogni caso “Erdogan il punto lo vuol mantenere perché ha un interesse molto forte e vuole avere concessioni dall’Amministrazione americana” dato che il presidente Biden sembra ora incline a vendere alla Turchia gli F16 “e questa – conclude Marsili – è un’altra parte del negoziato”.