Coldiretti Mantova: con direttiva Ue ammazza-stalle filiere Dop in ginocchio. Colpito il 40% di attività

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MANTOVA –  Qualora l’applicazione della Direttiva europea sulle emissioni industriali dovesse includere anche gli allevamenti bovini l’impatto sulla zootecnia mantovana potrebbe colpire oltre il 40% delle realtà in attività, spingendo gli allevatori a un taglio dei capi per rientrare nei nuovi parametri o a compiere investimenti onerosi, nonostante il contributo alle emissioni in atmosfera del comparto zootecnico sia decisamente inferiore alla media comunitaria.
Un impatto che, per Coldiretti Mantova, avrebbe ripercussioni notevoli dal punto di vista economico, colpendo filiere di alta qualità come quelle del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano Dop, che proprio sul territorio provinciale produce 1.555.193 forme di Grana Padano (dato 2022, pari al 29,9% dell’intera produzione) e 455.439 forme di Parmigiano Reggiano (l’11,4% della produzione totale).
L’asse internazionale. Coldiretti, in particolare, è stata l’unica rappresentanza italiana a siglare un appello insieme alle principali organizzazioni agricole europee di Belgio (Fwa), Repubblica Ceca (Akcr e Zscr), Germania (Dbv), Francia (Fnsea), Polonia (Fbzpr), Portogallo (Cap), Slovacchia (Sppk) e Spagna (Asaja), in quanto ritengono la formulazione della proposta del tutto inadeguata e inaccettabile rispetto alla realtà produttiva europea.
Equiparare gli allevamenti, anche di piccole e medie dimensioni, alle attività industriali, per Coldiretti Mantova “appare ingiusto e fuorviante rispetto al ruolo che essi svolgono nell’equilibrio ambientale e nella sicurezza alimentare in Europa”. Soprattutto, “è il risultato di una valutazione d’impatto basata su dati imprecisi e vecchi, e di un approccio ideologico che va stigmatizzato, anche perché potrebbe avere impatti negativi sull’ambiente, riducendo le aree a pascolo, con conseguente perdita di biodiversità e paesaggi, minaccia alla vitalità delle aree rurali, perdita di competitività e sovranità alimentare”, aggiunge il presidente di Coldiretti Mantova, Paolo Carra.
Ripristinare soglie precedenti. L’unica opzione possibile per Coldiretti e i firmatari della petizione a Bruxelles è quella di mantenere l’attuale quadro normativo con l’eliminazione del settore bovino dallo scopo della direttiva e il ripristino delle attuali soglie stabilite per il settore avicolo (a partire da 40.000 capi) e suinicolo (suini da produzione di peso superiore a 30 kg: a partire da 2.000 capi; scrofe: a partire da 750 capi).
Questa soluzione andrebbe a riconoscere gli sforzi che gli allevatori stanno compiendo per aumentare la sostenibilità delle loro aziende che, su scala globale, sono già quelle che registrano le migliori performance in termini di impatto ambientale e mitigazione dei cambiamenti climatici. I progressi raggiunti non devono essere vanificati e fermati.