Coronavirus, il Distretto biomedicale di Mirandola si mobilita: potenziata la produzione di caschi polmonari e mascherine

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MIRANDOLA/CONCORDIA (MODENA) – Nella zona nord della provincia di Modena, a pochi chilometri dal Mantovano, esiste uno dei più importanti distretti biomedicali mondiali, che conta oltre 100 aziende specializzate in prodotti plastici monouso ed elettromedicali: il Distretto biomedicale mirandolese. La maggior concentrazione di aziende nel distretto è nei Comuni di Mirandola e paesi confinanti, con un numero complessivo di addetti di circa 5.000 persone tra aziende produttrici ed indotto.

Due aziende di quel distretto si sono mobilitate proprio in questi giorni per rispondere alla carenza di dispositivi di protezione individuale, indispensabili per affrontare l’emergenza Coronavirus. Una è la Tecnoline di Concordia sulla Secchia, che venerdì scorso ha dato il via alla produzione di mascherine chirurgiche, uno dei presidi più richiesti in questo momento.

Tecnoline si occupa essenzialmente della produzione di sacche per la dialisi e di dispositivi intra e post-operatori per la raccolta del sangue e il trattamento con l’ozono, ma l’emergenza Covid-19 l’ha portata a rimodulare la catena produttiva. L’azienda risulta operativa oggi con tre turni, 7 giorni su 7. Il picco della produzione verrà raggiunto tra una decina di giorni, quando si toccherà quota 40mila mascherine al giorno, anche se l’azienda punta a produrne 1 milione in un mese.

Ma in campo c’è anche la StarMed di Mirandola, che produce caschi polmonari (una delle tre aziende nazionali specializzate in questo campo): in queste settimane la produzione è arrivata a 700 pezzi al giorno, mentre il numero dei dipendenti è passato da 50 a 75. Questi caschi riducono i rischi connessi all’intubazione endotracheale e all’uso prolungato della maschera facciale.