Danni formaldeide a Viadana: discussione in commissione Ecomafie. Tra gli auditi anche il Gruppo Saviola

VIADANA – “Durante l’audizione ho chiesto delucidazioni sulla situazione formaldeide, ovvero se i rifiuti che l’azienda ritira e tratta, contengono già in parte questa sostanza e quindi durante il processo di lavorazione contribuiscono in parte all’emissione di formaldeide”, così il deputato M5s Alberto Zolezzi in merito all’audizione sul  tema dell’abbandono di rifiuti, nello specifico di mobili, tenutasi in Commissione Ecomafie alla Camera, che ha visto tra gli auditi anche il Gruppo Saviola Holding Srl.

“Ricordo che il recente studio epidemiologico Viadana III ha evidenziato come nell’omonimo comune ci sia più alta concentrazione di Formaldeide che in tutta la metropoli di New York. Considerando che lo IARC (Agenzia internazionale sulla ricerca sul cancro) afferma che la formaldeide provoca cancro (tumori a gola e cervello) e alcune tipologie di leucemie. Inoltre, i dati sanitari dicono che non è stato sufficiente il lavoro di questi anni, fatto dalle ditte del pannello truciolare, nel rispetto della normativa ambientale vigente, con l’adozione delle BAT (Best Available Techniques), cioè le migliori tecnologie disponibili sul mercato internazionale. Non è stato sufficiente per tutelare la salute della popolazione più suscettibile all’inquinamento ambientale, cioè i bambini che spesso purtroppo fungono da involontarie sentinelle della popolazione generale, annunciando la presenza di pericoli futuri per tutti. Gli studi scientifici fatti fino ad oggi hanno dimostrato che la formaldeide, pur a basse dosi, è in grado di aumentare la frequenza di molte patologie pediatriche, soprattutto respiratorie, nonché di provocare danni genotossici, cioè alterazioni del DNA cellulare. Si tratta di danni ancora reversibili che però possono costituire la prima tappa del processo della cancerogenesi”.

Un’audizione che ha visto, come detto, tra i presenti anche il Gruppo Saviola che ha spiegato come siano in corso diversi studi e sperimentazioni per trovare un’alternativa alla formaldeide e si stiano impegnando nella riduzione dell’emissione di questa sostanza nella lavorazione dei prodotti. “A questo proposito – precisa Zolezzi – esistono già in commercio colle per il legno senza formaldeide. Infine, alla mia domanda: se la formaldeide viene effettivamente cercata dall’azienda nei prodotti recuperati, la risposta è stata che non la cercano ma sono attenti a contenere le emissioni in modo che rispettino gli standard nazionali”.