Drastico taglio dei contributi post fusione: Comuni e Anci sul piede di guerra

MANTOVA – Per anni l’aumento dei contributi statali previsto per le fusioni del Comuni aveva rappresentato una delle leve per convincere amministratori e cittadini che quella era la strada migliore per permettere il mantenimento di una serie di servizi che altrimenti sarebbero stati destinati a sparire, viste le casse sempre più vuote degli enti locali. Certo non era l’unica ragione perché un po’ in tutto il Paese si stava radicando la consapevolezza che solo Comuni con una determinata popolosità permettono ai propri cittadini di avere una serie di opportunità difficilmente garantibili nei piccoli centri.
E ora la scure del governo Lega-Cinque Stelle sui fondi per i Comuni che si sono fusi, approvata qualche giorno fa, manda all’aria progetti, opere e la possibilità di una riduzione delle tasse per i cittadini.
Di qui la decisione dei sindaci di Borgo Virgilio, Sermide e Felonica, Borgo Mantovano, Borgocarbonara e San Giorgio Bigarello di dare vita a una mozione da approvare nei prossimi giorni nei rispettivi Consigli Comunali per incalzare il governo centrale “affinché riveda la decurtazione di risorse” che non sarà uguale per tutti gli enti, ma con una percentuale diversa che arriva anche al 60% a seconda dell’anzianità della fusione: più è recente e maggiore è l’incidenza.
I Comuni hanno anche subito incalzato l’Anci affinchè intervenga con il governo e l’Associazione dei Comuni non ha perso tempo per farsi sentire: “chiediamo con forza al Governo e al Parlamento di stanziare i 31 milioni che mancano all’appello per garantire nel 2019 i contributi necessari ai Comuni che hanno scelto negli anni la via delle fusioni – ha affermato Mauro Guerra, sindaco di Tremezzina e presidente della commissione Finanza locale dell’Anci. – così come previsto dalla legge in vigore. Il Governo ci accordi un incontro urgente, mentre il Parlamento segua con attenzione il problema per trovare una soluzione immediata nel più breve tempo possibile  “