Due anni fa moriva a Pegognaga don Dante Lasagna, prete scomodo. Domani sarà ricordato durante le messe

PEGOGNAGA – «La benzina è il mio pane: perché preferisco riempire il serbatoio dell’auto piuttosto che il frigorifero per poter correre, anche di notte, ad aiutare chi é nei guai». E’ la semplice confessione di un prete. Di un grande prete, Don Dante Lasagna. Deceduto all’età di novant’anni il 4 novembre 2018, a concelebrarne le esequie, accanto al primo celebrante il vescovo di Mantova mons. Marco Busca, assieme ad una ventina di altri confratelli, fu don Antonio Bottoglia, parroco di Sant’Apollonia di Mantova, comunità presso la quale don Dante espletò la sua prima azione pastorale come sacerdote. Dopodiché nel 1958 divenne vicario coadiutore di mons. Attilio Montanari a Pegognaga, quindi di don Enea Dalboni a Quistello. Nel 1965 si fece missionario. Fu il primo sacerdote mantovano ad organizzare una missione in Brasile nello Stato del Maranha dal 1965 al 1971. Tornò quindi a Pegognaga, dove assunse la guida della comunità laurenziana nel 1977. Prete assai scomodo sia per i suoi superiori ma sopratutto per gli amministratori di Pegognaga e persino per gli stessi fedeli che vedeva adagiarsi nella ripetitività della pratica religiosa con scarsa autenticità di partecipazione. Instancabile nel creare iniziative tese a stimolare giovani ed anche anziani, diede vita a varie istituzioni. Sua l’idea di far sorgere a Pegognaga la Rsa “E.Bovi”. Don Dante Lasagna, generoso quant’altri mai e perciò amato anche dai non praticanti, è stato commemorato da don Flavio Savasi nel corso di tutte le messe che sono state celebrate ieri e lo stesso accadrà con quelle di domani domenica 8.

Riccardo Lonardi