Fondazione Scarpari-Forattini: nulla di fatto in Prefettura. Prosegue lo stato di agitazione

SCHIVENOGLIA – Prosegue lo stato di agitazione del personale della Fondazione Scarpari-Forattini: lo comunicano le sigle sindacali Fp Cgil, Cisl Fp Asse del Po e Uil Fpl di Mantova. “Questo a causa della decisione unilaterale della Fondazione con sede a Schivenoglia di cambiare il contratto nazionale di lavoro applicato al personale in forza alla struttura assunto col CCNL Funzioni Locali – dicono i sindacati -. L’incontro in prefettura di ieri, 17 gennaio, ha dato infatti esito negativo. Il presidente della Fondazione ha infatti confermato la volontà di voler cambiare il contratto alle lavoratrici assunte col CCNL Funzioni Locali.  Le organizzazioni sindacali e la rappresentanza aziendale del personale hanno respinto la decisione della Fondazione, proponendo una contrattazione che consenta di incentivare la produttività attraverso una migliore organizzazione del lavoro a vantaggio degli operatori e del servizio. Di fronte alla assoluta indisponibilità della Fondazione di discutere dei problemi concreti della struttura, raccogliendo la disponibilità dei rappresentanti dei lavoratori a lavorare insieme per raggiungere risultati concreti sulla qualità del servizio, le organizzazioni sindacali confermano lo stato di agitazione del personale. E’ stata indetta un’assemblea sindacale per il 23 gennaio, “per condividere col personale della struttura la prosecuzione delle azioni di lotta in difesa dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici della residenza sanitaria di Scarpari Forattini”. Le parti sindacali hanno anche formalizzato richiesta di incontro al sindaco di Schivenoglia. Attualmente la residenza sanitaria di Schivenoglia conta un organico di circa cento dipendenti. I contratti applicati dalla Fondazione sono due. La ragione trova origine nella trasformazione a termini di legge delle IPAB- enti di diritto pubblico che nel 2004 divennero Fondazioni di diritto privato. Il personale in forza alla struttura al momento della trasformazione giuridica dell’ente mantenne il contratto nazionale degli enti locali. Per assunzioni dal maggio 2005 si applica il CCNL UNEBA. Dal dicembre del 2018 la Fondazione minaccia l’applicazione del contratto UNEBA anche alle 22 lavoratrici storiche assunte col contratto pubblico. Su mandato unanime del personale, le OO.SS hanno diffidato la Fondazione dal procedere al cambiamento di contratto. Le OO.SS unitamente al personale della struttura anche oggi ribadiscono con forza e senza possibilità di fraintendimento che ritengono illegittimo quanto la Fondazione ripropone a distanza di un anno e rigettano la proposta unilaterale di cambiamento del contratto di lavoro. Ritengono che i problemi della struttura siano da ricercare nell’organizzazione del lavoro. Si sono dimostrati propositivi e vogliono collaborare con la direzione aziendale per migliorare le condizioni di lavoro a favore del servizio e degli ospiti della struttura. Il Presidente Caleffi oppone a tutto questo l’attacco ai diritti delle lavoratrici. Si tratta di un attacco continuo e ingiustificato alle condizioni contrattuali che sta determinando una perdita di tranquillità e serenità nello svolgimento delle delicate mansioni quotidianamente a contatto con persone in stato di fragilità. La Residenza sanitaria necessita di una puntuale organizzazione dei servizi e della stabilità del personale per consentire il mantenimento di determinati standard qualitativi. Invitiamo ancora una volta la dirigenza a concentrarsi su questi aspetti. Anche perché un turnover del 40% del personale non depone a favore di un’organizzazione efficiente dei servizi. Col suo atteggiamento, la Fondazione sta dimostrando unicamente di voler cambiare il contratto di lavoro per poter risparmiare sulla pelle dei lavoratori”.