Lo storico stabilimento idrovoro di Revere va in pensione. Gravemente danneggiato da sisma del 2012, verrà sostituito

REVERE – E’ arrivato il tempo della pensione per lo storico stabilimento idrovoro. La Struttura Commissariale post sisma ha finanziato il progetto del Consorzio Terre dei Gonzaga in Destra Po per la delocalizzazione dello stabilimento idrovoro “Revere” a Moglia di Sermide, quello visibile dalla strada provinciale n° 34 subito dopo le ciminiere andando verso Sermide.

L’opera consente di scaricare in Po le acque piovane provenienti da un territorio di circa 20.000 ettari nei comuni di Quistello, San Giacomo delle Segnate, San Giovanni del Dosso, Quingentole, Schivenoglia, Borgo Mantovano, Borgocarbonara, Magnacavallo, Poggio Rusco; non si tratta di un impianto ad uso irriguo ma scolante, a tutela della sopravvivenza e sviluppo economico di una comunità di oltre 50.000 abitanti.

“Questo risultato ci consente di affrontare il futuro con una serenità che negli ultimi anni era andata perduta a causa del terremoto – dichiara il Presidente, Ada Giorgi –; l’impianto storico, risalente al 1925, gravemente danneggiato, ha svolto egregiamente la sua funzione per un secolo, ma oggi non ci dava sufficienti garanzie statiche difronte al rischio sismico: la nuova opera permetterà la conservazione delle testimonianze del passato e allo stesso tempo restituirà la sicurezza idraulica al territorio, contando su soluzioni tecnologiche all’avanguardia sotto ogni aspetto”.
“L’opera infatti è vitale per il territorio dell’Oltrepò mantovano ed in particolare per il Destra Secchia- prosegue la Giorgi – Questi territori rimangono scolati e drenati per mezzo del nostro impianto di sollevamento che scarica le acque piovane in Po quando il grande fiume ha quote superiori a quelle dei canali, cioè quasi sempre. Il mancato od insufficiente funzionamento potrebbe determinare allagamenti anche nel basso modenese fino contro gli argini del Panaro, in aree gestite dal consorzio di Burana”.

Un’iter progettuale tutt’altro che semplice, – come sottolineato dal direttore Raffaele Monica- dopo il terremoto ed il conseguente sciame sismico, il quadro fessurativo ha evidenziato numerosi danni a causa di una fragilità strutturale significativa per cui il consorzio ha trasmesso una segnalazione alla Struttura Commissariale; si è successivamente provveduto allo studio del possibile miglioramento sismico, trattandosi di un’opera strategica vincolata.

Tutte opere troppo impattanti per la valenza architettonica dell’edificio vincolato pertanto, dopo numerosi incontri, analizzando tutte le esigenze: sismiche, architettoniche, idrauliche, paesaggistiche, funzionali la Struttura Commissariale post sisma ha condiviso la necessità di una delocalizzazione, cioè un nuovo impianto a basso impatto ambientale, che consentirà di salvaguardare le opere del passato e garantire la sicurezza idraulica per il futuro, risultato finale progettato a livello definitivo dai colleghi del consorzio Garda Chiese, considerati gli innumerevoli impegni dei funzionari consortili interni.

“Il vecchio impianto -conclude la Giorgi- non sarà abbandonato a se stesso, ma al contrario sarà restaurato per renderlo fruibile insieme all’impianto adiacente delle ciminiere, attraverso un percorso storico-museale collegato anche alla viabilità dolce in progetto sulle arginature del Po”.