Lotta alle nutrie, dal Consorzio di bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po in arrivo nuovi freezer per tutti i Comuni

Quasi 5 mila nutrie catturate nel pegognaghese. L'assessore Caramaschi:

OLTREPÒ – Le ultime giornate di sole appena trascorse hanno visto far capolino, lungo fossi e canali di campagna, qualche impavida nutria, incurante del freddo. Ebbene, le ultime stime ufficiali sulla presenza dell’animale sul territorio provinciale parlano di 170.000 esemplari, mentre solo nel comprensorio di bonifica del Consorzio Terre dei Gonzaga, su 1.000 km di canali gli uffici calcolano dai 30.000 ai 40.000 capi attivi.

Un problema pressante, come afferma Ada Giorgi, Presidente del Consorzio Terre dei Gonzaga in Destra Po, che però annuncia una novità a riguardo: «Abbiamo acquistato freezer per lo stoccaggio delle carcasse da cedere in uso gratuito ai Comuni del comprensorio; siamo convinti che la collaborazione fra enti sia fondamentale ed abbiamo quindi concertato una ulteriore collaborazione con i Comuni, per arrivare ad una azione congiunta tra bonifica, pubblica amministrazione e mondo agricolo: l’unica via per rendere efficace l’azione di contenimento di un fenomeno che sta assumendo dimensioni preoccupanti e che ogni anno crea un danno ambientale, economico e idraulico al territorio sempre più pesante».

Risulta che Terre dei Gonzaga sia il primo consorzio ad assumere tale iniziativa, come lo fu per le gabbie: «E’ vero, almeno in provincia di Mantova; non per vantarsi – replica il Presidente – ma siamo di fronte ad una vera e propria invasione; si tratta di dati allarmanti non soltanto per i pericoli che questi animali creano, dai cedimenti stradali agli allagamenti, ma anche per i danni economici alle aziende agricole come le interruzioni alla disponibilità irrigua e la diminuzione di raccolto, oltre al costo del lavoro che serve per riparare argini e scarpate».

«Il numero degli interventi per chiusura di perforazioni arginali dovute a nutrie – continua il Direttore Raffaele Monica – è in crescita; innumerevoli interventi ogni anno che provocano uno spostamento di terra quantificabile in 25.000 mc: una quantità impressionante di sedimento terroso che viene a mancare nelle sponde arginali e si accumula nel letto dei canali di bonifica, pregiudicandone la funzionalità idraulica».