Nel mantovano in cinquecento chiedono di lavorare in campagna

PEGOGNAGA- Anche Pegognaga ha due Matteo ai vertici d’importanti istituzioni. Ma a differenza dei più noti Matteo Salvini e Matteo Renzi che in politica sono in netta contrapposizione, i Matteo pegognaghesi sono in perfetta sintonia, non foss’altro perché entrambi provengono dal mondo rurale e si occupano di agricoltura avanzata.
Sono il sindaco Matteo Zilocchi e il vicepresidente nazionale di Confagricoltura Matteo Lasagna.  Di recente hanno avuto un proficuo scambio di idee via web di sicuro interesse pubblico, come difesa e rivalorizzazione dei prodotti agricoli italiani, ma anche attenzione alla problematica occupazionale che l’esplosione di Covid-19 ha pesantemente aggravato. In ragione della quale, stimolato da Zilocchi, Lasagna ha esordito «Nei periodi di “guerra” come questo, prima del lavoro e dell’economia, la preoccupazione é che meno persone si ammalino. Bisogna reagire pensando a come combattere questa guerra molto tangibile nelle famiglie. Il settore primario sta vedendo una continua espansione, come risposta non tanto al coronavirus, quanto alle esigenze di una popolazione smarrita. Gli scaffali sono pieni perché l’agricoltura italiana, senza derive ideologiche, ha risposto al governo. Oggi però bisogna capire meglio i fattori della globalizzazione che tanto danno hanno procurato all’economia e alle relazioni sociali, tant’é che ha fatto sì che intere filiere produttive si siano fermate».
Prodotti esteri «L’agricoltura non delocalizza per trovare economie più convenienti, ma rimane in primo piano per soddisfare le esigenze della popolazione. Purtroppo siamo in uno stato che non ha la volontà di far emergere tutta la potenzialità delle proprie risorse e autoalimentarsi: nel campo del latte ci forniamo da altri Stati, così come la soia. Può essere positivo al cospetto di un’economia globale, ma é negativo di fronte alla pandemia. L’agricoltura italiana é scienza, programmazione, conoscenza: tutto questo ha bisogno di una risposta efficace dallo Stato. Affinché gli scaffali non rimangano vuoti occorre aumentare la nostra distribuzione».
Zilocchi «Ci sono settori che stanno soffrendo, mentre la grande distribuzione ha avuto un notevoli benefici. Inoltre l’agricoltura non ha solo bisogno di manovalanza, ma anche di competenze specifiche. Molte persone potrebbero reinventarsi una professione e mettersi in gioco». Lasagna «Confagricoltura é la prima a tentare l’autoapprovigionamento. Occorre inoltre dare una risposta a chi non vuole lasciar marcire in campagna, ma immettere sui mercati prodotti sani. Sul piano occupazionale ci siamo inventanti Agri-job, piattaforma per chi ha perso il lavoro, sulla quale può registrarsi, specificando le proprie mansioni, onde rimettersi in gioco. La provincia di Mantova ha risposto subito in modo egregio: ad oggi le registrazioni sono più di 500. Tra questi parecchi pegognaghesi. Gli imprenditori agricoli mantovani daranno una risposta in tempi brevi nel pieno rispetto delle regole, della sicurezza, delle correttezza. Oltretutto lavorano fianco a fianco dei propri dipendenti. A livello nazionale le domande pervenute sono più di 17mila. Ora siamo in trattative con il sindacati di settore. Un cenno infine a Mantova Food Science, che abbiamo spostato al 2-4 ottobre: unico festival italiano di scienza legata all’agricoltura. L’abbiamo impostato sul modello di Festivaletteratura, cosicché ci saranno incontri diretti tra scienziati e pubblico».

Riccardo Lonardi