Abodi “Con Arabia partita persa solo sul piano economico”

ROMA (ITALPRESS) – “Se la dovessi mettere esclusivamente sul piano del confronto economico, chiaramente, rischiamo di perdere la partita”. Così Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i giovani, parlando a ’24 Mattinò su Radio 24 dello ‘shopping’ di giocatori che l’Arabia Saudita sta facendo nei campionati europei. “Ognuno va dove ritiene più opportuno – sottolinea Abodi – Ci sono tanti calciatori che hanno scelto di prendere meno soldi ma di rimanere nel posto dove stavano meglio. Una prima differenza la fa la qualità della competizione e delle infrastrutture e il clima che si respira che, certamente, non può essere riprodotto in chiave sintetica in Arabia Saudita, dove il campionato non è aperto, ma è un campionato di Stato dove le finanze arrivano dallo Stato. Oggettivamente mi sembra una delle rappresentazioni di un mondo che ha bisogno di democratizzarsi e aprirsi alle logiche, diciamo, più liberali. Mi auguro che il calcio, così come i grandi avvenimenti, aiuti a velocizzare il processo di democratizzazione”. “Anche perchè il calcio, indubbiamente, illumina e dove c’è maggiore illuminazione di comunicazione si è portati necessariamente a limitare aspetti che non fanno parte di una democrazia compiuta. Su questo non c’è dubbio. Dopodichè è difficile competere soltanto sul piano dei numeri. Sono curioso di vedere che stati d’animo proveranno i calciatori, magari anche affermati, che conoscono il piacere di avere uno stadio pieno e di avere comunque la passione popolare in un ambito dove, oggettivamente, i soldi ci sono ma questi elementi sono riprodotti in modo artificiale”, conclude sul tema Abodi. Che commenta anche il ritorno in Italia di Jakub Jankto, la mezzala ceca ex Udinese e Samp di nuovo in Serie A con il Cagliari, che pochi mesi fa ha fatto coming out pubblicamente diventando il primo calciatore dichiaratamente omosessuale a grandi livelli: “La società probabilmente, in generale, ancora qualche passo in avanti può farlo. Per quanto mi riguarda è prima di tutto una persona e secondo è un atleta. Non faccio differenze di caratteristiche che riguardano la sfera delle scelte personali. Se devo essere altrettanto sincero non amo, in generale, le ostentazioni, ma le scelte individuali vanno rispettate per come vengono prese e per quelle che sono. Io mi fermo qui”.
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