ROMA (ITALPRESS) – “E’ evidente che dobbiamo riuscire a ricordarci dell’importanza del mare sempre, è il grande polmone del pianeta, sappiamo che l’assorbimento di Co2 per produrre ossigeno avviene grazie al mare e alle foreste. Oggi l’idea è quella di discutere e fare conoscere alcune best practice che le imprese fanno per cercare di rendere compatibili alcune attività economiche con la tutela delle biodiversità e coniugare la tutela del mare”. Lo ha detto Alfonso Pecoraro Scanio, presidente Fondazione UniVerde, intervenendo all’evento “Natura 2000 +20: le best practice del mare. A 12 anni dal D.M. 184/2007” promosso da Fondazione UniVerde, Marevivo, LIPU – Birdlife Italia, SOS Terra Onlus con la main partnership di Renexia e in collaborazione con TeleAmbiente, Agenzia di Stampa Italpress, Comin & Partners, Castalia, Marnavi. L’evento è l’occasione per celebrare i dodici anni del D.M. 184/2007 che istituì la ‘Rete Natura 2000’.
Il decreto, firmato dall’allora Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, ha dato forza in Italia alla tutela della biodiversità di flora e fauna nelle Zone Speciali di Conservazione (ZPC) e nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS) e oggi è fondamentale per la tutela delle aree di pregio del Mare Nostrum, anche attraverso il riconoscimento delle più rilevanti Important Marine Areas. Per Silvio Greco, direttore Stazione Zoologica Anton Dohrn Napoli, è necessario capire che “il mare non è un contenitore dove ognuno mette ciò che vuole, bisogna avere attenzione per questo super organismo, quando si parla di Mediterraneo e d’Italia ricordo che il 15% delle acque di questo mare è sulle acque territoriali nazionali. L’Italia ha quindi una grande responsabilità rispetto alla gestione di questo ecosistema straordinario”. Mentre Rosalba Giugni, Presidente Marevivo, avverte: “il mare sta male perchè nonostante tante azioni che stiamo facendo tutti non è in buona salute, continuiamo a pescare troppo, continuiamo a buttare veleni di tutti i tipi, la plastica è solo al terzo posto dei problemi del mare. E’ giusto fare delle azioni, ma devono essere uniti da provvedimenti legislativi, noi su queste cose abbiamo fatto degli emendamenti da inserire nella Salva-mare, obiettivamente si può fare tanto lavoro come volontariato ma se non ci sono le leggi non andiamo avanti”. Per Chiara Bruni, Vicepresidente SOS Terra Onlus il passaggio culturale è in atto “ognuno di noi sa che non deve utilizzare plastiche monouso, che non deve gettare mozziconi nell’ambiente perchè queste cose ci mettono anni a dissolversi e causano una grossa problematica all’ambiente marino. Il cambiamento culturale deve avvenire proprio dalla scuola primaria, bisogna fare quella vera educazione ambientale di cui si parla sempre ma in realtà non si fa, si deve partire con una materia seria, delle ore dedicate con varie sfaccettature, e dare avvio a quella mentalità che ci permette un passaggio all’economia circolare”. Leonardo Tunesi, Responsabile Area per la tutela della biodiversità, degli habitat e specie marine protette – ISPRA, ha evidenziato la necessità di misure concrete per conservare la biodiversità marina, “una necessità chiaramente capita a livello mondiale, infatti ci sono una serie di accordi e convenzioni per fare questo. A livello mondiale abbiamo la coscienza che è necessario fare qualcosa di concreto e la creazione di aree marine protette è considerato un aspetto fondamentale da raggiungere. L’Italia dal 1982 si è dotata di una legge per la difesa del mare – ha concluso – ad oggi sono 52 le aree che l’Italia ha previsto di proteggere, ma molte altre sono ancora previste, almeno 21, e come Ispra stiamo facendo gli studi per la loro futura istituzione”. Nell’ambito dell’appuntamento sono stati inoltre presentati alcuni progetti innovativi con l’intento di promuovere la conoscenza e favorire la diffusione di buone pratiche che possano stimolare una vera transizione verso l’economia circolare sostenibile: un parco eolico offshore in Usa di Renexia, una barriera blocca plastica per fiumi del Consorzio Castalia e il primo dissalatore mobile marino di Marnavi.
(ITALPRESS).
Il decreto, firmato dall’allora Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, ha dato forza in Italia alla tutela della biodiversità di flora e fauna nelle Zone Speciali di Conservazione (ZPC) e nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS) e oggi è fondamentale per la tutela delle aree di pregio del Mare Nostrum, anche attraverso il riconoscimento delle più rilevanti Important Marine Areas. Per Silvio Greco, direttore Stazione Zoologica Anton Dohrn Napoli, è necessario capire che “il mare non è un contenitore dove ognuno mette ciò che vuole, bisogna avere attenzione per questo super organismo, quando si parla di Mediterraneo e d’Italia ricordo che il 15% delle acque di questo mare è sulle acque territoriali nazionali. L’Italia ha quindi una grande responsabilità rispetto alla gestione di questo ecosistema straordinario”. Mentre Rosalba Giugni, Presidente Marevivo, avverte: “il mare sta male perchè nonostante tante azioni che stiamo facendo tutti non è in buona salute, continuiamo a pescare troppo, continuiamo a buttare veleni di tutti i tipi, la plastica è solo al terzo posto dei problemi del mare. E’ giusto fare delle azioni, ma devono essere uniti da provvedimenti legislativi, noi su queste cose abbiamo fatto degli emendamenti da inserire nella Salva-mare, obiettivamente si può fare tanto lavoro come volontariato ma se non ci sono le leggi non andiamo avanti”. Per Chiara Bruni, Vicepresidente SOS Terra Onlus il passaggio culturale è in atto “ognuno di noi sa che non deve utilizzare plastiche monouso, che non deve gettare mozziconi nell’ambiente perchè queste cose ci mettono anni a dissolversi e causano una grossa problematica all’ambiente marino. Il cambiamento culturale deve avvenire proprio dalla scuola primaria, bisogna fare quella vera educazione ambientale di cui si parla sempre ma in realtà non si fa, si deve partire con una materia seria, delle ore dedicate con varie sfaccettature, e dare avvio a quella mentalità che ci permette un passaggio all’economia circolare”. Leonardo Tunesi, Responsabile Area per la tutela della biodiversità, degli habitat e specie marine protette – ISPRA, ha evidenziato la necessità di misure concrete per conservare la biodiversità marina, “una necessità chiaramente capita a livello mondiale, infatti ci sono una serie di accordi e convenzioni per fare questo. A livello mondiale abbiamo la coscienza che è necessario fare qualcosa di concreto e la creazione di aree marine protette è considerato un aspetto fondamentale da raggiungere. L’Italia dal 1982 si è dotata di una legge per la difesa del mare – ha concluso – ad oggi sono 52 le aree che l’Italia ha previsto di proteggere, ma molte altre sono ancora previste, almeno 21, e come Ispra stiamo facendo gli studi per la loro futura istituzione”. Nell’ambito dell’appuntamento sono stati inoltre presentati alcuni progetti innovativi con l’intento di promuovere la conoscenza e favorire la diffusione di buone pratiche che possano stimolare una vera transizione verso l’economia circolare sostenibile: un parco eolico offshore in Usa di Renexia, una barriera blocca plastica per fiumi del Consorzio Castalia e il primo dissalatore mobile marino di Marnavi.
(ITALPRESS).