ROMA (ITALPRESS) – Paletti irragionevoli, tasse sugli aiuti e incertezze sull’arrivo dei fondi. Sono gli ostacoli che secondo l’Adepp stanno tagliando fuori dagli aiuti per Covid-19 decine di migliaia di professionisti. Per l’associazione degli enti di previdenza privati italiani si tratta di un pasticcio normativo contenuto in uno degli ultimi decreti legge sull’emergenza coronavirus che ha portato ad escludere dall’indennizzo statale di 600 euro chi ha gia’ un piccolo trattamento pensionistico o e’ semplicemente iscritto a piu’ di un ente di previdenza obbligatoria. “La norma genera ulteriori disagi e diseguaglianze – dice il presidente dell’Adepp Alberto Oliveti -. Chi per arrivare a fine mese e’ costretto a fare due lavori, con due posizioni previdenziali diverse, non puo’ ricevere i 600 euro”.
Le Casse dei professionisti si stanno attivando per versare ulteriori aiuti ai loro iscritti in difficolta’ ma, se le norme fiscali non cambieranno, saranno tassati. “Per ogni mille euro che potremmo destinare ai professionisti, saremmo costretti a trattenerne almeno 200 da rigirare allo Stato – spiega Oliveti -. Siamo al paradosso di uno Stato che chiede una percentuale sugli aiuti che dovrebbe erogare lui stesso”. Le Casse chiedono invece parita’ di trattamento con gli indennizzi statali erogati durante l’emergenza coronavirus, che sono esentasse come gli assegni sociali e altre prestazioni assistenziali veicolate dall’Inps. “Oltretutto le risorse delle Casse dei professionisti sono frutto del risparmio previdenziale degli iscritti, che e’ gia’ tassato. Siamo arrivati a una sorta di anatocismo fiscale, con la pretesa di tasse sulle tasse, per giunta in un momento in cui siamo tutti richiamati alla solidarieta'”, dice il presidente dell’Adepp.
Gli enti di previdenza dei professionisti attendono inoltre il rimborso di 200 milioni per gli indennizzi relativi al mese di marzo che hanno gia’ anticipato per conto dello Stato e lo stanziamento degli ulteriori fondi necessari per pagare i 600 euro a chi e’ rimasto fuori in prima battuta a causa dell’esaurimento del budget. “Le Casse sono anche pronte a versare gli ulteriori indennizzi che lo Stato vorra’ prevedere per il mese di aprile, ma e’ necessario che le somme gia’ liquidate vengano rimborsate. Noi siamo disponibili ma lo Stato ha la responsabilita’ di ripristinare la liquidita'”, conclude Oliveti.
(ITALPRESS).
Le Casse dei professionisti si stanno attivando per versare ulteriori aiuti ai loro iscritti in difficolta’ ma, se le norme fiscali non cambieranno, saranno tassati. “Per ogni mille euro che potremmo destinare ai professionisti, saremmo costretti a trattenerne almeno 200 da rigirare allo Stato – spiega Oliveti -. Siamo al paradosso di uno Stato che chiede una percentuale sugli aiuti che dovrebbe erogare lui stesso”. Le Casse chiedono invece parita’ di trattamento con gli indennizzi statali erogati durante l’emergenza coronavirus, che sono esentasse come gli assegni sociali e altre prestazioni assistenziali veicolate dall’Inps. “Oltretutto le risorse delle Casse dei professionisti sono frutto del risparmio previdenziale degli iscritti, che e’ gia’ tassato. Siamo arrivati a una sorta di anatocismo fiscale, con la pretesa di tasse sulle tasse, per giunta in un momento in cui siamo tutti richiamati alla solidarieta'”, dice il presidente dell’Adepp.
Gli enti di previdenza dei professionisti attendono inoltre il rimborso di 200 milioni per gli indennizzi relativi al mese di marzo che hanno gia’ anticipato per conto dello Stato e lo stanziamento degli ulteriori fondi necessari per pagare i 600 euro a chi e’ rimasto fuori in prima battuta a causa dell’esaurimento del budget. “Le Casse sono anche pronte a versare gli ulteriori indennizzi che lo Stato vorra’ prevedere per il mese di aprile, ma e’ necessario che le somme gia’ liquidate vengano rimborsate. Noi siamo disponibili ma lo Stato ha la responsabilita’ di ripristinare la liquidita'”, conclude Oliveti.
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