ROMA (ITALPRESS) – “Non solo operatori sanitari: servono linee guida e raccomandazioni chiare su come utilizzare i dispositivi di protezione individuale anche per quelle categorie di lavoratori che si occupano di assistere persone non autosufficienti, per eta’ o per patologia, come nel caso delle badanti. E’ questo l’appello che rivolgiamo al Governo, affinche’ a quasi due mesi dall’inizio di questa emergenza sanitaria possa finalmente fare chiarezza su un tema che ha a che fare con la sicurezza dell’intero Paese”. E’ quanto dichiara Andrea Zini, vice presidente Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, componente Fidaldo, Federazione italiana.
“Ad oggi, infatti, – prosegue – tutto e’ affidato al buonsenso dei singoli, non esistono linee guida, ne’ tantomeno e’ chiaro se debba essere un obbligo del datore fornire Dpi a proprie spese. Parliamo di lavori in cui, nella maggior parte dei casi, per ovvie ragioni non e’ possibile mantenere delle distanze di sicurezza. E ancora, dove il datore e’ spesso un soggetto fragile, anziano o malato, tra le categorie piu’ a rischio in questa emergenza sanitaria e che, per motivi altrettanto ovvi, non puo’ interrompere la prestazione lavorativa anche quando non svolta in regime di convivenza. Per evitare che la casa possa rappresentare un nuovo futuro fronte di contagio, chiediamo linee guida specifiche per il comparto, tanto piu’ che l’attivita’ domestica gia’ oggi e’ stata definita tra quelle con classe di rischio medio-alto, come si evince nel documento predisposto della task force presieduta da Colao”, conclude Zini.
(ITALPRESS).
“Ad oggi, infatti, – prosegue – tutto e’ affidato al buonsenso dei singoli, non esistono linee guida, ne’ tantomeno e’ chiaro se debba essere un obbligo del datore fornire Dpi a proprie spese. Parliamo di lavori in cui, nella maggior parte dei casi, per ovvie ragioni non e’ possibile mantenere delle distanze di sicurezza. E ancora, dove il datore e’ spesso un soggetto fragile, anziano o malato, tra le categorie piu’ a rischio in questa emergenza sanitaria e che, per motivi altrettanto ovvi, non puo’ interrompere la prestazione lavorativa anche quando non svolta in regime di convivenza. Per evitare che la casa possa rappresentare un nuovo futuro fronte di contagio, chiediamo linee guida specifiche per il comparto, tanto piu’ che l’attivita’ domestica gia’ oggi e’ stata definita tra quelle con classe di rischio medio-alto, come si evince nel documento predisposto della task force presieduta da Colao”, conclude Zini.
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